Autore: Paul Gallico
Anno di pubblicazione: 1964
Mia edizione: prima edizione novembre 2016
Genere: saggio, umoristico
Valutazione: 5/5
Chi è Paul Gallico? (Dalla quarta di copertina)
Paul Gallico (1897-1976) nasce a New York da padre italiano e madre austriaca. E' stato giornalista sportivo, sceneggiatore e scrittore di successo. Da molti suoi lavori sono stati tratti film e opere teatrali.
Trama (dalla quarta di copertina)
Un classico senza tempo: pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1964, Il grande Miao vuole essere un manuale per gatti di tutte le età, e soprattutto per gattini alle prime armi che si apprestano a «conquistare» una famiglia. Voce narrante è una micina molto furba, scaltra e intelligente, che elargisce consigli e rivela stratagemmi su come sottomettere e addestrare «i bipedi». Non manca proprio nulla: dalle puntuali ed esilaranti descrizioni dei comportamenti di uomini e donne, alle istruzioni su come gestire bambini e scapoli; dalle indicazioni su come impadronirsi di poltrona e letto, a quelle su come affrontare eventuali visite di sconosciuti o le festività natalizie. Con tono vivace e un’ironia accattivante, Paul Gallico offre uno sguardo divertente e originale sulle varie idiosincrasie di noi bipedi e ci accompagna nella mente dei nostri amici felini, dei quali sapremo riconoscere, con un sorriso incantato e arreso, tutte le tattiche e gli atteggiamenti qui deliziosamente raccontati.
Recensione
Ho letto questo libro perché mi era stato consigliato dal gruppo Facebook di amanti di gatti di cui faccio parte. Già dopo due pagine, ho capito che sarebbe stata una lettura interessante, divertente e tremendamente realistica.
Si tratta, infatti, di un vero e proprio manuale di istruzioni: il narratore (o meglio, la narratrice) è una gatta, che intende far conoscere alle nuove generazioni feline le migliori tecniche di conquista e di conservazione di una casa, e correlativa famiglia umana.
Nonostante la prima edizione risalga agli anni '60, questo libro è quanto mai attuale. In più, io sono assolutamente convinta che il mio gatto, prima di farsi trovare in giardino da noi ben tredici anni fa, lo abbia letto. Ovviamente sto scherzando, ma giuro che, tranne qualche piccolo dettaglio, il modo in cui Golia si è insediato in casa nostra è praticamente identico a quanto descritto in queste pagine.
Molto probabilmente è anche per questo motivo che "Il grande Miao" mi è piaciuto così tanto. Da "mamma" adottiva di gatti, mi sono riconosciuta in pieno in numerose situazioni descritte nel manuale: tutte le caratteristiche distintive e le contraddizioni della specie umana (di molte delle quali forse non siamo nemmeno consapevoli) vengono analizzate in modo pungente e diretto, come solo un felino sa fare.
E' questo l'aspetto più interessante del manuale in questione: l'essere umano con le sue peculiarità viene messo in mostra sotto una luce diversa da quella abituale, un punto di vista costruito in modo assolutamente credibile. Infatti, la ragione per cui il libro fa così ridere, ma allo stesso tempo riflettere, è perchè ciò che dice pensandoci bene corrisponde a verità.
Ciò permette al lettore di immedesimarsi pienamente nello scritto. E' praticamente impossibile non chiedersi "Ma davvero il mio gatto mi vede in questo modo? Sul serio mi comporto così?". L'autore riesce infatti a descrivere in modo magistrale il pensiero felino, tanto da far quasi dimenticare che il libro, come è ovvio, non è stato scritto veramente da un micio.
La lettura, quindi, è adatta a tutti: sia a chi è già è stato conquistato da un gatto, sia chi ancora non ha trovato il suo signore e padrone. Come ogni manuale che si rispetti, il libro è organizzato in capitoli, ognuno dei quali tratta di uno specifico passaggio o argomento riconducile allo scopo finale: far si che la vita degli schiavi umani ruoti intorno a quella dei loro sovrani felini.
Dal modo in cui approcciarsi ai vari componenti della famiglia, al cibo, alla conquista degli spazi di casa, passando per il veterinario, i viaggi e tutto ciò che conta nella vita di un gatto, questo libro consentirà al lettore di calarsi sempre di più nei panni (e nel pelo) del suo amico animale.
Tanto per farvi un esempio, vi riporto un passaggio dal capitolo "Le porte":
La regola che dovete cercare di imporre il prima possibile è una sola: tutte le porte devono restare aperte […]. A prescindere da quale strategia utilizzerete, tenete a mente che, una volta attirata l'attenzione sul fatto che volete uscire, non dovrete mai permettere che ritornino alla loro occupazione. In una famiglia con regole e principi sani, venite sempre e comunque prima voi.
Sono sicura che molti di voi si saranno riconosciuti un queste poche frasi. E' una delle scene più classiche della convivenza con un felino: quante volte è capitato che il proprio micio chieda insistentemente di entrare, per poi chiedere inspiegabilmente di uscire dopo due secondi?
Questo saggio ha quindi il pregio di aiutare gli esseri umani a capire meglio il comportamento del loro gatto, ciò che sta dietro ad un apparentemente semplice miao, e agli atteggiamenti più iconici e rappresentativi della specie felina.
Credetemi, dopo averlo letto non guarderete più il vostro micio con gli stessi occhi. Ogniqualvolta si strofinerà su di voi, o vi chiederà di uscire/entrare, o ritornerà dopo qualche giorno di scorribande penserete a questo libro. Ricordate sempre: loro non sono i "nostri" gatti, siamo noi ad essere i "loro umani".
Nota negativa
L'unica nota negativa di questo libro riguarda la traduzione italiana del suo titolo. In lingua originale il libro si chiama "The Silent Miao - A manual for Kittens, Strays and Homeless Cats", che tradotto letteralmente significa "Il miao silenzioso - Un manuale per gattini, randagi e gatti senza casa". Ora, dovete sapere che nel manuale in questione è presente un capitolo dedicato specificamente a questo tipo di miagolio.
Cercando di non spoilerare nulla, vi dico solo che il "grande miao" viene descritto come una specie di miao senza suono, l'arma più potente di cui dispongono i gatti per far capitolare i bipedi. Considerando questo, credo che il titolo "The Silent Miao" sarebbe stato più coerente rispetto al messaggio che l'autore voleva comunicare, anche se meno accattivante.
Lo stesso discorso vale per il sottotitolo, tradotto in italiano come "Autobiografia di un gatto". Il libro è a tutti gli effetti un manuale, e come tale è impostato. Per quanto le istruzioni contenute derivano dalle ipotetiche esperienze dirette vissute dalla Micia, non si tratta di un'autobiografia nel senso letterale del termine.
Cercando sul dizionario, si definisce infatti autobiografia:
Narrazione il cui protagonista è rappresentato dalla persona dell'autore stesso; racconto della propria vita o della propria vicenda spirituale, culturale, artistica.*
E mi dispiace, ma non qui non ci siamo proprio. Nonostante questo, la mia valutazione è comunque 5/5, per tutte le ragioni che vi ho elencato nella recensione. Nonostante una traduzione più letterale sarebbe stata meno fuorviante (io stessa non avevo capito che si trattava di un manuale), questo non impedisce assolutamente di godere della lettura del libro, e di coglierne il significato profondo.
Fonti
*https://languages.oup.com/google-dictionary-it/
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