Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2021
Mia Edizione: I edizione 2021
Genere: saggio, autobiografia
Pagine: 210
Formato: brossura con alette
Valutazione: 5/5
Indice
Trama
Quattro anni fa Francesca Mannocchi scopre di avere una patologia cronica per la quale non esiste cura. È una giornalista che lavora anche in zone di guerra, viaggia in luoghi dove morte e sofferenza sono all'ordine del giorno, ma questa nuova, personale convivenza con l'imponderabile cambia il suo modo di essere madre, figlia, compagna, cittadina. La spinge a indagare sé stessa e gli altri, a scavare nelle pieghe delle relazioni piú intime, dei non detti piú dolorosi, e a confrontarsi con un corpo diventato d'un tratto nemico. La spinge a domandarsi come crescere suo figlio correndo il rischio di diventare disabile all'improvviso e non potersi quindi occupare di lui come prima. Essere malata l'ha costretta a conoscere il Paese attraverso le maglie della sanità pubblica, e ad abitare una vergogna privata e collettiva che solo attraverso l'onestà senza sconti della letteratura lei ha trovato il coraggio di raccontare.
Libro candidato da Renata Colorni al Premio Strega 2021, il corpo di una scrittrice, in apparenza integro eppure danneggiato, diventa lo specchio della fragilità umana e insieme della nostra inarrestabile pulsione di vita. Francesca Mannocchi guarda il mondo attraverso la lente della malattia per rivelare, con una voce letteraria nuda, luminosa, incandescente, tutto ciò che è inconfessabile.
Chi è Francesca Mannocchi?
Francesca Mannocchi collabora da anni con numerose testate giornalistiche italiane ed estere. Ha realizzato reportage da Libia, Iraq, Siria, Libano, Egitto, Tunisia, Afghanistan. Ha vinto il Premio Giustolisi con un'inchiesta sul traffico di migranti e sulle carceri libiche e il prestigioso Premiolino 2016. Ha diretto con il fotografo Alessio Romenzi il documentario "Isis, Tomorrow" presentato alla 75a Mostra internazionale del Cinema di Venezia. Tra i suoi libri: "Io Khaled vendo uomini e sono innocente" (Einaudi, 2019), "Se chiudo gli occhi... La guerra in Siria nella voce dei bambini" (Round Robin Editrice, 2018).
Recensione
Il contenuto
"Bianco è il colore del danno" è un titolo veramente evocativo. Nella nostra cultura, il colore bianco è normalmente associato a cose positive, come l'abito di una sposa o alcuni fiori che sbocciano in primavera e ci regalano un buonissimo profumo.
Nel caso di Francesca Mannocchi, invece, non è così. Il bianco è il simbolo della sua malattia, il colore delle "placche" che ricoprono il suo cervello e che sono l'indice della sclerosi multipla recidivante remittente che l'ha colpita qualche anno fa.
Lo scontro con questa dura realtà ha indotto l'autrice a riflettere a lungo su sè stessa, sul suo rapporto con la vita, con la famiglia e con il resto del mondo. Il risultato è questo profondissimo libro, che altro non è se non il racconto di un viaggio all'interno della psiche di una donna, una moglie, una madre: una persona che, a ben vedere, potremmo tranquillamente essere noi.
Grazie al suo stile coinvolgente e a tratti feroce, Francesca Mannocchi descrive con dovizia di particolari l'impatto che la malattia ha avuto su di lei, concentrando la sua attenzione più sul profilo psicologico che sugli aspetti pratici della diagnosi e delle cure.
Questa scelta narrativa trasforma il libro in una specie di finestra sul mondo interiore dell'autrice. Mannocchi apre infatti il suo cuore e la sua anima a noi lettori, spiegandoci come la sclerosi l'abbia cambiata nel profondo e raccontandoci il tortuoso percorso di riscoperta di sè stessa. Il tutto senza scadere mai nell'autocommiserazione o nel tentativo di suscitare sentimenti di pietà.
Lo scopo dell'autrice è solo quello di dare un senso a una situazione spiazzante, a questa nuova condizione con cui suo malgrado è costretta a fare i conti, mettendo a nudo tutte le sue fragilità e condividendo i suoi pensieri con chiunque vorrà ascoltarla.
Vorrei che (...) si incontrassero la non malata e la compromessa, quella di prima e la danneggiata, e inventassero una lingua nuova per tenere insieme i pezzi. Scrivo per questo, credo.
Leggendo questo libro non ho potuto fare a meno di provare una profonda ammirazione per lei. La sua decisione di esporsi ai giudizi altrui, sdoganando al tempo stesso i tabù che spesso circondano le problematiche come questa, costituiscono un importantissimo esempio pratico di coraggio e di forza volontà, che merita di raggiungere quante più persone possibile, malate e non. Cosa alla quale spero tanto di aver contribuito nel mio piccolo con questa recensione.
Stile di scrittura
La prima cosa che salta agli occhi è il contrasto che si crea tra l'estrema durezza del tono dell'autrice e lo stile di scrittura quasi aulico dalla stessa adottato. La spietata razionalità che caratterizza il saggio è infatti resa attraverso una scrittura decisamente elegante, molto simile a quella di un trattato di filosofia. Una narrazione per certi versi quasi soffusa, come un sogno, ma capace di colpire a fondo senza alcun preavviso, trasformando così questa testimonianza in un qualcosa in più.
Tuttavia, questo stile narrativo costituisce un'arma a doppio taglio. Se da un lato l'effetto complessivo è straordinario, dall'altro purtroppo non è sempre facile seguire il filo dei ragionamenti dell'autrice. Mi è capitato diverse volte di perdermi, o di dover rileggere più volte una frase per cercare di darle un senso.
Proprio per questo mi sembra giusto consigliarne la lettura a un pubblico adulto che abbia la possibilità di dedicargli tutta l'attenzione che serve. In caso contrario, si corre veramente il rischio di far cadere nel vuoto il messaggio contenuto nel libro.
Fortunatamente ci viene in aiuto la scelta dell'autrice di rivolgersi direttamente a noi lettori, ricorrendo infatti ad una narrazione in prima persona che garantisce da solo un elevatissimo tasso di immedesimazione. Mannocchi infatti non ha bisogno di stupire il suo "pubblico" con colpi di scena o momenti particolarmente tensivi. La sua voce e il suo stile unico sono infatti sufficienti per tenere il lettore incollato alle pagine del suo libro che, nonostante la difficoltà di cui vi ho parlato, si legge veramente tutto d'un fiato.
Fonti
Trama, copertina, foto e informazioni sull'autrice: https://www.ibs.it/bianco-colore-del-danno-libro-francesca-mannocchi/e/9788806247171
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