Di Joe Sacco Prefazione di Giovanni De Mauro
Titolo originale: PAYING THE LAND
Editore: Rizzoli Lizard
Anno di pubblicazione: 2020
Edizione letta: prima edizione giugno 2020
Formato: copertina rigida
Pagine: 272
ISBN: 9788817139298
Genere: graphic journalism, reportage illustrato
INDICE
Trama - dalla quarta di copertina
Chi è Joe Sacco?
Introduzione alla lettura
La mia opinione
Mediagrafia
Trama - dalla quarta di copertina
"Un viaggio al centro dei conflitti del sistema economico capitalistico in cui vive una larga parte della popolazione del pianeta: una storia di sfruttamento raccontata con le caratteristiche del miglior giornalismo d’inchiesta nordamericano, fattuale e preciso."
Giovanni De Mauro
Il popolo dei Dene vive nel Canada nordoccidentale da tempo immemorabile. Erano lì quando quella terra di boschi e ghiaccio non aveva ancora un nome sulle mappe dei bianchi. Per generazioni hanno vissuto seguendo le dure leggi della natura, sentendosi sempre figli della terra e mai suoi padroni. Un pensiero inconciliabile con quello delle tante aziende che da anni ormai colonizzano i Territori del Nordovest per scavare miniere, pozzi petroliferi e impianti di estrazione del gas.
In questo affascinante reportage, Joe Sacco racconta gli effetti disastrosi dello sfruttamento di questi territori, il complesso rapporto tra indigeni e industria (che va ben oltre la banale contrapposizione tra ambientalismo e profitto) e la scientifica rimozione della cultura dei nativi americani. Temi alla base della dura storia dei Dene: una sanguinosa tradizione di violenze di Stato, cominciata con i falsi trattati con cui il Canada ha sottratto terre in cambio di pochi dollari e perpetrata con l’orrore delle residential schools, collegi cattolici in cui i figli dei nativi – strappati alle famiglie – venivano rinchiusi per cancellare in loro ogni traccia di identità.
Un’inchiesta coraggiosa e corale, nella quale Joe Sacco sfoggia tutta la sua abilità di disegnatore e dimostra nei confronti degli intervistati l’attenzione e l’empatia di un vero maestro del giornalismo.
Chi è Joe Sacco?
Joe Sacco nasce a Malta nel 1960. Laureatosi nel 1981 alla facoltà di giornalismo dell’Università dell’Oregon, Sacco amalgama il lavoro di giornalista con quello di fumettista, dando vita a opere di importanza internazionale come Palestina. Una nazione occupata – graphic novel d’esordio in cui l’autore tratta il conflitto palestinese – e Goražde. Area protetta – relativa alla guerra serbo bosniaca – per il quale ricevette il premio Eisner Award per la miglior graphic novel originale nel 2001. Attualmente vive a Portland, in Oregon.
Introduzione alla lettura
Gli anziani gli dicevano: Se torni nella natura dopo tanto tempo devi trattarla con gentilezza. Non puoi tutto a un tratto scavare buche o darle troppo fastidio. Dicevano: ‘la terra si prega e si paga’. (…) Le versi un tributo (…) Un proiettile, dell’acqua o del tabacco, del tè. È come far visita a qualcuno. Porti un regalo alla terra.
Ho scoperto l’ultima opera di Joe Sacco, nonché l’autore stesso, durante una breve quanto prolifica visita alla biblioteca del mio paese. Mi è piaciuto il titolo, e una volta letta la quarta di copertina ho voluto saperne di più. Perché ve lo dico sinceramente: del Canada so poco e nulla, tralasciando quel minimo di cultura generale che mi consente di ricordarmi che in Canada fa un freddo boia, producono lo sciroppo d’acero, hanno un dollaro strano e l’hockey sul ghiaccio è lo sport nazionale.
È comunque naturale trovarsi in difficoltà nel comprendere la situazione politica, sociale e culturale di un Paese diverso dal proprio. Uno scoglio arduo da superare se si conta anche la difficoltà nel reperire informazioni, nonché il rischio di incappare in fonti dallo sguardo soggettivo e, perciò, non equilibrato. L’importante è rendersi conto di tali ostacoli e compiere il primo passo.
Il mio, di passo, è stato leggere questa graphic novel.
Le prime pagine di Tributo alla Terra sono il vivido ricordo di un uomo. Paul Andrew racconta all’interlocutore di quando è nato e di come ha trascorso l’infanzia nella propria tribù. Un flashback che trasporta con sé l’odore dei pini e della neve fresca, il latrare dei cani da slitta e lo sciabordio delle pagaie nell’acqua, il calore di una comunità che si ritrova periodicamente e che vive perseguendo la tranquillità e l’armonia con la Natura. Però un “ma” aleggia su questo scenario idilliaco, assumendo le sembianze di un aereo.
Ha così inizio il resoconto giornalistico di Joe Sacco, che assume a ogni pagina sempre più l’aspetto - e il peso - di una sfaccettata e imparziale visione dei fatti che hanno condizionato indelebilmente e profondamente la situazione politico-sociale dei Territori del Nord-Ovest canadesi.
Con informazioni storicamente accurate e dettagliate, Sacco ci accompagna in una serie di balzi tematici che attraversano il fiume del tempo, costringendoci prima a capire l’effetto, e poi le cause. Dove, infatti, c’era un popolo unito, seppur geograficamente frammentato in numerose tribù, e con una cultura radicata nel profondo di un Canada primordiale e privo quasi del tutto dell’influsso occidentale, ora ci sono abuso di alcool e sostanze stupefacenti, prostituzione, violenze e abusi domestici.
Un quadro aberrante di una popolazione alla deriva.
Immaginatelo come un coro dalle mille voci, orchestrate con maestria in una serie di testimonianze e ricordi, fatti storici e dati economici, che si scontrano e si uniscono magistralmente a comporre un’opera dolce e amara al tempo stesso.
Non riguarda solo ambientalismo contro industrializzazione, indigeno contro colonizzatore, ma è la lotta di ieri, oggi e domani di un popolo tradito dal governo, dall’Occidente e persino da sé stesso.
Tornerò a casa con molte domande inevase, ma adesso, mentre mi trovo a centinaia di metri sottoterra, dopo aver ascoltato una tirata sulle meraviglie tecnologiche della bonifica, la mia domanda più grande riguarda la mia razza, riguarda noi. Che visione del mondo ha un popolo che non recita né ringraziamenti né preghiere? Che prende quel che vuole dalla terra… e la ripaga con l’arsenico?
La mia opinione
Non avrebbe senso mentire: è stata una lettura complessa, come non avrei mai creduto sarebbe diventata. Alcuni capitoli sono stati più ardui da digerire, mentre altri li ho letteralmente divorati.
A piccoli tratti ho avuto un leggero senso di noia, in particolare nell’esposizione iniziale dei dati economici riguardanti la svalutazione del greggio e le tecniche di estrazione del petrolio tramite fracking. Non si è trattato di un problema di testo, che è invece agevole e comprensibile, e nemmeno delle vignette, che sono chiare, ma non scialbe. Semplicemente non avevo ancora capito la gravità di ciò che Tributo alla Terra conserva nelle proprie pagine.
Lo stile realistico e crudo di Joe Sacco non scade nel grottesco. Ritratti particolareggiati dell’uomo e primi piani di macchinari e meccanismi, stretti in piccole finestre senza respiro, si alternano ad ariosi scenari paesaggistici, immense profondità prive di cornice.
I disegni sono netti, di poco caricaturizzati con linee spesse e ampi spazi bianchi. Nero su bianco, quanto raccontato e disegnato è ciò che è avvenuto, nulla di più e nulla di meno. Sostanzialmente è una visione pulita e priva di fronzoli, ma crudele come ciò che è avvenuto e avviene tutt’ora.
Difatti non c’è un finale lieto o negativo per questa graphic novel, poiché si tratta di una serie di vicende contemporanee su cui ci è concesso di originare un’opinione, qualunque essa sia.
Tributo alla Terra offre un’infarinatura di base, ma più che soddisfacente, per comprendere le problematiche a cui ho accennato. A mio parere, un’opera che deve essere letta almeno una volta nella vita.
Valutazione: 5/5
Mediagrafia
Copertina del libro: https://www.amazon.it/Tributo-alla-terra-Joe-Sacco/dp/8817139297
Riguardo Joe Sacco: https://en.wikipedia.org/wiki/Joe_Sacco
Fotografia di Joe Sacco: https://www.tcj.com/this-was-cultural-genocide-an-interview-with-joe-sacco/
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