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Immagine del redattoreAlice

NON MI DIMENTICARE

di Alix Garin


Copertina di Non mi dimenticare





Titolo originale: Ne m'oublie pas

Editore: BAO Publishing

Anno di pubblicazione: 2021 (edizione belga)

Edizione letta: Prima edizione 2024

Formato: copertina rigida

Pagine: 224

ISBN: 978-88-3273-996-1

Genere: narrativa contemporanea, drammatico







 


Dalla quarta di copertina


"'Marie-Louise, abbraccia il mare da parte mia.'

E' l'ultima cosa che mi ha detto mia madre."


"Nonna... e se lo abbracciassimo veramente?"


La nonna di Clémence soffre di Alzheimer.

Per la nipote, l'unico modo per affrontare la disperazione è quello di farla fuggire dalla casa di riposo per portarla verso la casa della sua infanzia.

Fuggire, cercarsi, perdersi per avere l'occasione di ritrovarsi... o forse, semplicemente, doversi dire addio?


Chi è Alix Garin?


Foto dell'autrice Alix Garin
Alix Garin - foto presente nel sito di BAO Publishing

Alix Garin nasce nel 1997 a Namur, in Vallonia (Belgio). Conseguito il diploma di maturità, continua la propria formazione presso la Scuola d'arte Saint-Luc di Liegi (sezione fumetti), aggiudicandosi nel 2017 il Premio Young Talent al Festival di Saint Malo. Nel 2018, dopo la laurea, si trasferisce a Bruxelles, dove inizia a collaborare con diverse agenzie oltre a unirsi all'associazione The Ink Link per impegnarsi nella creazione di fumetti dedicati all'uguaglianza di genere.

Contemporaneamente inizia la stesura di Non mi dimendicare, la cui pubblicazione nel 2021 le vale numerosi meriti (Premio Rossel, Premio Studentesco France Culture BD, Premio Fnac Belgio, Premio Babelio), mentre nel 2022 vince il Premio Opera Prima a fumetti della Federazione Vallonia-Bruxelles. Contribuisce come illustratrice alla realizzazione dei libri C'est comment la première fois ? Et 80 questions sur l'adolescence (2021) e Djadja on the road (2023). Nel 2023 partecipa anche all'opera collettiva L'été de mes 17 ans.


Introduzione alla lettura


Non mi dimenticare - dettaglio di pag. 67
Non mi dimenticare - dettaglio di pag. 67

Non mi dimenticare è il nome di un fiore.

È la richiesta di una nonna, che vuole restare ancora per un po' nel cuore di chi l'ha amata.

È il grido di dolore di una nipote, quando la donna che l'ha cresciuta le chiede per la prima volta "chi sei?".


All'inizio di questo fumetto, poco prima del suo esame di ammissione alla Scuola Nazionale di Teatro, Clémence riceve una notizia allarmante: non solo la nonna Marie-Louise, affetta dal morbo d'Alzheimer, è scappata per l'ennesima volta dalla casa di riposo di cui era ospite, ma ora l'istituto vorrebbe sedarla, in modo da impedirle qualsiasi altro tentativo di fuga. A peggiorare la situazione, sua madre è d'accordo e firma le carte per la sedazione.


Incapace di arrendersi a quest'ingiustizia, nonchè a rassegnarsi all'inevitabile perdita di lucidità della nonna, Clémence si getta in un folle piano: rapisce Marie-Louise e intraprende uno spericolato viaggio in auto dal Belgio alla Francia, per raggiungere la vecchia casa d'infanzia dell'anziana. Clémence crede che rivederla consentirebbe forse a Marie-Louise di vincolarsi al presente e stare finalmente meglio.


L'impresa ben presto si complica, trasformandosi in un viaggio non solo fisico ma anche introspettivo: la disperata ricerca e riscoperta di sè di Clémence, spinta dagli eventi a scegliere una o l'altra strada, per chiedersi poi se la scelta fatta è stata davvero quella giusta.


[...] al momento, nella sua testa ha venti anni e vive ancora dai genitori... nella casa della sua infanzia, dove la aspettano. È la sua ossessione. Per me, la casa della mia infanzia è questa... mi chiedo se io, quando sarò vecchia e malata, vorrò tornare qui... Mia nonna, invece, non ci tornerà più.

Non mi dimenticare, Alix Garin, pag. 27, 28, 29


La mia opinione


La lettura di Non mi dimenticare scorre molto velocemente: non ci si accorge nemmeno di essere arrivati alla fine del fumetto, talmente si è rapiti dalla poetica e commovente narrazione di Alix Garin.


La sequenza narrativa è gestita con notevole maestria. Molto spesso le pagine contengono vignette silenziose, che si lasciano leggere come se ci si trovasse in una vecchia filmina girata in formato superòtto. Questa sensazione è accentuata dalla semplicità delle illustrazioni, associata a momenti di delicata comicità, e consente al lettore di dedicarsi maggiormente alla trama senza lasciare troppo spazio alle distrazioni.


La scelta del colore gioca un ruolo fondamentale nel dare solidità al racconto, con tonalità che riconducono prima all'alba e poi al crepuscolo, senza mai scadere in esagerazioni aberranti. Le ombre, morbide e leggere anche in scene notturne, si abbinano perfettamente al tratto sinuoso e garbato.


Quando meno ce lo si aspetta, anche nel pieno di una scenetta esilarante, Alix Garin concentra l'interesse su piccoli dettagli, raffigurati con precisione. Tutto assume un contorno più vero: un mazzo di fiori, la pelle di Marie-Louise, le sue mani e quelle di Clémence.

L'elemento delle mani ritorna molto spesso nel corso del fumetto. Mani che accarezzano e stringono, dita che tracciano una linea, che si sfregano, dita mangiucchiate. La gestualità assume un ruolo fondamentale e dona vita ai personaggi, che smettono di essere tali per diventare concreti e reali, con i propri pregi e difetti.


Alix Garin illustra una malattia, ma nel farlo comprende anche tematiche che simboleggiano un'esistenza intera, nascoste con accortezza tra le vignette. Ogni giro di pagina lascia intendere che c'è dell'altro, oltre quel che è rappresentato, da cogliere e conservare.

Se dovessi usare un’unica parola per descrivere Non mi dimenticare, sarebbe capolavoro.


Non mi dimenticare - dettaglio di pag. 84
Non mi dimenticare - dettaglio di pag. 84
"Troppo tardi" arriva prima di quanto si creda.

Non mi dimenticare, Alix Garin, pag. 175


La graphic novel di Alix Garin fa volare istantaneamente con il pensiero ai propri nonni. C’è chi non li ha mai conosciuti, e si chiede come sarebbe stato potergli parlare almeno una volta. C’è chi è stato accompagnato dalla loro presenza solo per un breve tratto della propria infanzia. C’è chi è dovuto scendere a patti con il fatto che, ad un certo punto, tutto finisce, forse proprio per colpa di una malattia come l’Alzheimer.

La nostra società, la nostra stessa esistenza, si basa sul riuscire a ricordare e immagazzinare eventi e regole, consigli ed errori. La memoria è la base della nostra vita. Quando si perde la memoria, si perde se stessi, e il non essere ricordati è uno dei dolori più grandi che si possa provare.


Proprio quest’anno si è concluso, per me e la mia famiglia, un percorso molto simile, complesso ed estenuante. Mi sono immedesimata immediatamente in Clémence, e ho rivisto mia nonna in Marie-Louise. Ovviamente il contesto è diverso – non ho mai rapito mia nonna, per dirne una – ma piccoli dettagli, mezze frasi, comportamenti, me l’hanno ricordata con malinconica precisione.

E’ una lettura che ti spezza il cuore, raccoglie i cocci da terra e li riattacca uno all’altro come un vaso kintsugi.


Valutazione: 5/5


Non mi dimenticare - dettaglio di pag. 10
Non mi dimenticare - dettaglio di pag. 10

Per leggere Non mi dimenticare non è necessario essere medici, né conoscere per esperienza diretta gli effetti del morbo d'Alzheimer. Ritengo però utile lasciare, alla fine di questa recensione, un piccolo riassunto che può aiutare a capire, per chi non ne ha mai sentito parlare, quali sono le conseguenze di questa malattia.

Ci tengo inoltre a elencare in una breve bibliografia due testi cui fare riferimento se si è in cerca di qualche risposta in più e, perchè no, di un ausilio concreto in un momento difficile: mi sono stati consigliati in biblioteca quando ne ho avuto più bisogno. Sono libri un pochino datati, ma contengono comunque informazioni e suggerimenti che mi sono stati ugualmente di grande aiuto.


Che cos'è (in breve) il morbo d'Alzheimer?


L'Alzheimer è una malattia degenerativa invalidante che colpisce maggiormente la fascia di popolazione dai 65 anni in su. È la forma più comune di demenza ed esordisce subdolamente, camuffandosi come fisiologica complicazione legata all'età o come risultato di eventi particolarmente stressanti.

Il malato, nel decorso del morbo, perde progressivamente le più basilari capacità mentali. Non solo è sempre più difficile ricordare eventi recenti, ma anche la memoria a lungo termine si frammenta e deteriora. Subentrano problematiche comportamentali, cambi d’umore repentini, depressione, confusione e disorientamento, nonché irritabilità e aggressività. Il linguaggio si riduce notevolmente, fino alla totale perdita della parola. Il malato non riesce più a prendersi cura di sé. La gestione del malato è affidata molto spesso completamente al coniuge o ai parenti più prossimi, incidendo pesantemente sul carico fisico, psicologico, sociale ed economico che questi devono sopportare.


L’Alzheimer non ha cura. Le terapie disponibili puntano al ritardare il più possibile le fasi finali della malattia, sia attraverso l’uso farmacologico, sia modificando la dieta e le attività del malato, mantenendo attive il più possibile quelle aree del cervello maggiormente interessate dal morbo.


Bibliografia utile


  • Demenza e malattia di Alzheimer: come gestire lo stress dell'assistenza, di Nancy L. Mace e Peter V. Rabins, adattamento italiano di Lorenzo Gasperi (1995) ISBN 978-88-7946-160-3

  • Il giorno in cui mia madre non riuscì più a trovare la cucina: affrontare la demenza senile di una persona cara, John Klare, traduzione di Virginio B. Sala (2015) ISBN 97888-07-09055-4


Mediagrafia


Dettaglio di pagina 84: https://una-volta.com/alix-garin/




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