Di Vanna Vinci
Editore: 24 ORE CULTURA
Anno di pubblicazione: 2015
Edizione letta: prima edizione marzo 2015
Formato: Copertina rigida
Pagine: 47
ISBN: 9788866482451
Genere: biografia, graphic novel
INDICE
Dalla quarta di copertina
Chi è Vanna Vinci?
Introduzione alla lettura
La mia opinione
Breve biografia di Tamara de Łempicka
Mediagrafia
Dalla quarta di copertina
"Tamara de Łempicka sarebbe felicissima di questa graphic novel di Vanna Vinci: era una vera star dalla vita spericolata, ora è una popstar, un'affascinante trasgressiva elegante eroina da fumetto!"
Gioia Mori
Chi è Vanna Vinci?
Nata a Cagliari nel 1964, Vanna Vinci si diploma all'Istituto Europeo di Design e subito dopo apre nella sua città natale lo studio grafico Mow Mow con la collega Licia Casula.
Tra il 1989 e il 1990, sul giornale Fumo di China, pubblica due storie brevi, dando così il via alla sua carriera di fumettista, affiancandola a quella di illustratrice. Nel corso degli anni collabora con case editrici rinomate, vincendo tra il 1999 e il 2005 il premio Yellow Kid e il Gran Guinigi come miglior disegnatrice, il Premio Romics come miglior opera di scuola europea mentre, nel 2015, vince il Premio Carlo Boscarato al Treviso Comic Book Festival come miglior autrice.
Introduzione alla lettura
Alcuni dei più famosi dipinti di Tamara de Łempicka, come Autoritratto nella Bugatti Verde e Giovane Fanciulla con Guanti, sono entrati a far parte del nostro quotidiano come emblema della donna autonoma, sicura di sé e indipendente. La vita dell'artista rimane però molto spesso caliginosa ai più, che non ricevono la giusta spinta ad approfondire una biografia altrimenti ricca e affascinante.
Nel tentativo di stuzzicare l'interesse del grande pubblico per una degli artisti simbolo dell'Art Deco, in occasione della retrospettiva dedicata alla Łempicka tenutasi a Palazzo Chiablese di Torino nel 2015, fa capolino la breve graphic novel di Vanna Vinci. Il fumetto in questione è un racconto in prima persona della stessa Tamara de Łempicka, a partire dall'infanzia, fino a giungere a un livello narrativo che trascende persino la morte.
Ovviamente, non è davvero Tamara a parlare in prima persona, ma Vanna Vinci. Il pericolo che si presenta nel raccontare la vita di un'artista è che l'autore, volente o nolente, finisca per rielaborare secondo il proprio gusto emotivo e narrativo, sconfinando il fine ultimo di una biografia: essere fedele alla persona cui appartiene.
Qui però non c'è da preoccuparsi.
Come la stessa Vinci afferma nell'intervista rilasciata ad Adriano Ercolani nel maggio 2015 (link in mediagrafia):
Per me la documentazione è molto importante[...]. Fondamentalmente, mi sono basata sulla biografia, scritta in inglese, da Lara Claridge, ho approfondito la relazione di Aélis Mazoyer, la governante di D’annunzio, pubblicata da Franco Maria Ricci, senza autorizzazione. Inoltre, ho letto il libro della figlia della Łempicka, secondo me pieno di episodi inventati.
C'è anche da specificare che molto di quanto si sa su Tamara de Łempicka proviene da lei stessa. In particolare, grazie ad aneddoti raccontati anche attraverso le sue lettere, probabilmente impreziositi da mirabolanti fantasie. Nonostante ciò, la Łempicka regala ai posteri un'ampia gamma di utili informazioni.
La mia opinione
In Tamara de Łempicka - icona dell'art déco, si percepisce nettamente l'abilità di Vanna Vinci, risultante da un'opera d'impatto, seppur breve, e il suo rispetto nei confronti dell'artista. Il tratto a china morbido e sottile, la sapiente rielaborazione delle proporzioni dei volti e il raffinato utilizzo degli acquerelli si sommano in un connubio stilistico possibile solo a una vera maestra del fumetto.
La tecnica dell'acquerello consente una maggior resa espressiva, mentre la scelta del colore chiaro e pulito, è strettamente collegata sia alla palette tipica della Łempicka (limitata quasi completamente ai colori primari) sia a un richiamo dello stesso stile Art déco.
L'interesse della Vinci si concentra attorno all'aspetto umano di Tamara de Łempicka, il suo carattere e il suo modo d'essere donna d'arte, Restano in ombra, invece in ombra i dipinti, cui l'autrice accenna solo raramente.
Il fumetto risulta quindi non essere nè troppo breve, nè noioso. Il lettore è così stimolato ad approfondire la biografia attraverso letture più impegnative.
La sentita narrazione in prima persona di stravaganze e convinzioni, l'orientamento sessuale e il rapporto con la figlia, emergono da un esercizio totalmente riuscito di immedesimazione della stessa Vanna Vinci. Ciò consente anche al lettore di immergersi meglio nella storia e sperimentare emozioni contrastanti.
Ammetto di essere rimasta particolarmente turbata, forse perchè ritrovo tante similitudini caratteriali tra chi mi circonda e i personaggi del fumetto, al punto da compromettere in un primo momento la valutazione finale della graphic novel.
Tuttavia, sono anche convinta che un'opera esiste per dare emozioni che non per forza devono sempre essere positive, sia essa dipinta, scolpita, scritta o disegnata. Non è poi così che funziona l'arte?
Tamara de Łempicka non ha un secondo strato di lettura. In un certo senso, era una material girl ante litteram. È un personaggio monumentale: l’egoismo portato alle estreme conseguenze, ed io per certi versi… lo approvo!
(intervista di Adriano Ercolani a Vanna Vinci, maggio 2015, link in mediagrafia)
Breve biografia di Tamara de Łempicka
Tamara de Łempicka nasce a Varsavia nel 1898 in un'agiata famiglia ebrea. Frequentando ambienti dell' alta borghesia sin dalla tenera età, sviluppa un interesse per l'arte tale da accompagnare la nonna, nel 1907, in un viaggio tra le principali città d'arte italiane. Questo viaggio le consente di maturare il proprio interesse indirizzandolo alla pittura, anche grazie ad alcune lezioni prese durante la permanenza in Francia. La nonna ne segue la formazione scolastica, prima in una scuola svizzera e poi in un prestigioso collegio polacco.
Si trasferisce successivamente a San Pietroburgo, dove sposa l'avvocato Tadeusz Łempicki nel 1916; dalla loro unione nasce Kizette. Erano gli anni della rivoluzione russa, e solo con estrema difficoltà i Łempicka riescono a fuggire dalla Russia, rifugiandosi a Parigi.
Ed è proprio qui che il suo stile si affina, anche grazie alla frequentazione di corsi di pittura, e si rende famosa sia per la propria abilità, quanto per il suo modo di vivere anticonformista e affascinante, al limite dello scandalo.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Tamara de Łempicka e il suo secondo marito si trasferiscono a Beverly Hills e successivamente New York, dove lei nel frattempo riprende la propria carriera artistica. Nel 1961, ora vedova, la Łempicka si sposta a Houston incontrando però giudizi negativi da parte del pubblico dovuti al suo rinnovato stile, definito troppo astratto.
Si trasferisce infine a Cuernavaca, in Messico, nel 1978, morendo nel sonno nel marzo del 1980. Seguendo le sue ultime volontà, il corpo fu cremato e le ceneri sparse sulla cima del vulcano Popocatépetl.
Valutazione: 5/5
Mediagrafia
Copertina del libro: https://www.amazon.it/Tamara-Lempicka-Icona-dellart-d%C3%A9co/dp/8866482455
Fotografia di Vanna Vinci: https://www.mangialibri.com/interviste/intervista-vanna-vinci
Riguardo Vanna Vinci: https://it.wikipedia.org/wiki/Vanna_Vinci
Riguardo Tamara de Lempicka: https://it.wikipedia.org/wiki/Tamara_de_Lempicka
Intervista di Adriano Ercolani a Vanna Vinci (maggio 2015): https://fumettologica.it/2015/05/vanna-vinci-racconta-il-mito-di-tamara-de-lempicka/
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