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Immagine del redattoreElena Barocelli

Sono figlia dell'Olocausto

Aggiornamento: 9 feb 2023


Editore: Guanda Graphic (Ugo Guanda Editore)

Anno di pubblicazione: 2007

Mia Edizione: prima edizione 2007

Genere: autobiografia, storico, graphic novel

Pagine: 191

Formato: Brossura con alette

Valutazione: 5/5



Indice




Trama (Dalla quarta di copertina)

Figlia di ebrei emigrati in Canada, Bernice vive portando con sè l'ombra di Auschwitz, dove i suoi genitori si sono conosciuti e innamorati. In questo memoir fatto di parole e disegni, che sa far magicamente convivere tratti commoventi e uno humor tutto ebraico, l'autrice ci racconta di un'adolescenza vissuta in una famiglia allegra e fedele alle tradizioni, in una casa dove risuona l'espressività dello yiddish; ma anche una storia di formazione in cui il tema dell'Olocausto riaffiora attraverso le domande continue poste dalla protagonista ai genitori, attraverso il bisogno di conoscere, e di rinnovare la memoria.


Chi è Bernice Eisenstein? (Dalla quarta di copertina)

Bernice Eisenstein è nata nel 1949 a Toronto, dove vive. I suoi disegni sono appparsi in vario giornali canadesi. "Sono figlia dell'Olocausto", con cui ha esordito come scrittrice nel 2006, è stato giudicato fra i migliori libri dell'anno dai maggiori quotidiani del suo Paese.


Introduzione

Era da un po' che questo libro solleticava la mia attenzione. Ogni volta che andavo in biblioteca, continuava a guardarmi dallo scaffale dedicato alla Shoah. Un giorno mi sono fatta coraggio, e ho deciso di leggerlo.


Recensione

Il romanzo inizia in un momento imprecisato della vita dell'autrice. La madre, dopo la morte del marito, chiede alla figlia se desidera la sua fede di matrimonio. Questo scatena in lei una serie di flashback, legati al suo passato e al suo rapporto con i genitori.


Ciò che salta subito all'occhio è la mancanza di linearità nella struttura del racconto. I ricordi, i pensieri e le sensazioni sono riportati in modo sparso, con frequenti salti temporali.

Sono persa nella memoria. Non è un luogo cartografato, fissato in coordinate di longitudine e latitudine […]. Ogni volta è diverso.

Tuttavia, un filo conduttore li unisce: l'esperienza che i genitori hanno vissuto nel campo di concentramento di Auschwitz. E l'effetto che questo tragico evento ha avuto sulla vita dell'autrice.


Questo racconto presenta, infatti, due volti. All'apparenza è una semplice autobiografia. Un memoir, sottoforma di graphic novel. In realtà, è il tentativo estremo di una figlia di stringere un legame con i famigliari, e in particolare con il padre.

Una volta arrivati in una nuova terra, i miei genitori e i loro amici non seppero mai che il loro passato stendeva un'ombra invisibile sopra la vita dei figli. Soltanto l'ombra sa, e tenta di parlare

L'autrice cerca quindi di mettersi loro panni. Di capire il senso del loro agire, spesso incomprensibile ai suoi occhi. Sente su di sé il peso di questa eredità terribile, ancora prima di esserne pienamente consapevole. Ed è alla costante ricerca di un equilibrio con quella che dovrebbe essere l'esistenza di una qualsiasi bambina (e ragazza).


La sua infanzia è un miscuglio di cultura ebraica e canadese, su cui incombe costantemente l'ombra di Auschwitz. L'autrice la ritrova nel tatuaggio dei genitori, nella loro reticenza a parlare di quel periodo della loro vita, nei loro amici (buona parte dei quali deportata in campo di concentramento), nei conflitti constanti tra lei e il padre, e tra gli stessi genitori.


E forse l'aspetto più interessante del libro è proprio questo: a scriverlo non è una sopravvissuta all'Olocausto. Bernice Eisenstein è nata, infatti, a guerra ormai finita. E la sua viva voce, in qualità di figlia, è stata per me una piacevole novità.


Mi è capitato raramente di leggere libri che parlassero del "dopo". Di solito, i romanzi dedicati a questo tema sono opere di fantasia, o testimonianze. E nella maggior parte dei casi, il racconto si concentra sull'esperienza stessa dei campi, e molto meno su quello che succede poi.


Altrettanto fondamentale è anche la narrazione in prima persona. Pagina dopo pagina, si ha la netta sensazione che l'autrice parli direttamente al lettore. Come se fosse fisicamente presente nella stanza.


Altro aspetto positivo è la facilità di lettura, frutto di uno stile limpido, diretto, chiaro e preciso. Il tutto è arricchito da numerose illustrazioni ad acquerello, che donano ad ogni pagina un tocco particolare. La scelta della graphic novel rende il racconto molto coinvolgente. Nonché adatto anche al pubblico più giovane.


Il mio consiglio

Questo libro, nonostante sia molto scorrevole e veloce, deve a contrario essere gustato piano. Come una tazza di tè caldo, che si sorseggia e poi si posa. Solo così il messaggio d'amore di Bernice Eisenstein verso i suoi cari potrà fare breccia nel vostro cuore.

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