Autore: Lauren Oliver
Anno di pubblicazione: 2014
Mia edizione: Prima edizione italiana novembre 2015 - Safarà Editore
ISBN: 978-88-6958-011-6
Genere: letteratura per giovani adulti, thriller
Valutazione: 4/5
Chi è Lauren Oliver? (dal web)
Lauren è nata a Queens ed è cresciuta a Westchester, New York, in una piccola città molto simile in quella descritta in "E finalmente ti dirò addio". I suoi genitori sono entrambi professori di letteratura e già in tenera età è stata incoraggiata a scrivere storie, a disegnare e dipingere, danzare in costume e in breve a passare la maggior parte del suo tempo a vivere con fantasia.
Seguì letteratura e filosofia all'Università di Chicago, e si trasferì quindi nuovamente a New York per frequentare il programma di scrittura creativa NYU's MFA. Nel frattempo cominciò a lavorare per la
Penguin Books, in una sezione per giovani adulti chiamata Razorbill, e mentre era qui, cominciò a lavorare a E finalmente ti dirò addio. Fall. Abbandonò il suo lavoro nel 2009 per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura e adesso lavora felicemente a casa. Oliver abita a Brooklyn, New York. Lei è figlia di Harold Schechter, scrittore di true crime. Lauren Oliver è l'autrice del romanzo "E finalmente ti dirò addio" e della trilogia "Delirium", tradotti in più di trenta lingue e diventati un bestseller internazionale e del New York Times. Lauren Oliver è anche autrice di due romanzi per lettori intermedi, "The Spindlers" e "Liesl & Po", candidato nel 2012 agli E. B. White Read-Aloud Award. Il romanzo per giovani adulti di Lauren, "Panic", è stato pubblicato in America il 4 marzo 2014; dal libro verrà prodotto un film dagli Universal Studios. Laureata all'Università di Chicago e al programma NYU's MFA, Lauren Oliver è anche la cofondatrice della società Paper Lantern Lit.
Trama
A Carp, ogni anno, i neodiplomati hanno la possibilità di partecipare ad un gioco un po' particolare. Si tratta di Panic, una sfida che si compone di una serie di prove sempre più difficili, culminanti nella battaglia finale. In palio, un monte premi da più di 50.000 dollari. Quest'anno tra i partecipanti ci sono Heather, Natalie e Dodge. I tre non potrebbero essere più diversi gli uni dagli altri, ma tutti hanno una cosa in comune: il desiderio di vincere Panic.
Recensione
Ho sentito parlare di Panic per puro caso: una pubblicità in televisione diceva che a breve sarebbe stata disponibile una nuova serie tv. Mi sono informata, e sono così venuta a conoscenza dell'esistenza di questo libro.
Si tratta indubbiamente di un romanzo per adolescenti, ma che può essere apprezzato anche da chi è più grandicello. Personalmente ho trovato questo libro molto coinvolgente e interessante. E' stato in grado di farmi restare seduta sul divano per delle ore per finirlo di leggere (infatti ho impiegato appena tre/quattro giorni), cosa che non mi capita molto spesso.
Della mia edizione in particolare, ho apprezzato il fatto che i caratteri utilizzati erano abbastanza grandi. Diciamocelo, a nessuno piace dover strizzare gli occhi per leggere un libro. Lo stile di scrittura nel complesso è semplice e veloce, non utilizza un linguaggio troppo "alto". Questo permette al lettore di lasciarsi letteralmente trascinare dai fatti raccontati.
L'idea alla base del romanzo è in sé e per sé originale. In più di un'occasione si può poi notare l'assoluta fedeltà sia dei partecipanti, sia degli spettatori nei confronti del gioco. E' vietato parlare di Panic. E Panic non può essere fermato, da nessuno.
Questo "gioco" assume in tutto e per tutto la forma di un rito di iniziazione all'età adulta. Non a caso il è rivolto ai neodiplomati. Per la maggior parte di noi, l'ultima campanella dell'ultimo giorno di scuola dell'ultimo anno delle superiori rappresenta la fine di una parte importante della propria vita. Da quel momento in poi, nulla sarà più come prima. C'è chi andrà all'università, chi inizierà a lavorare, chi andrà all'estero, ecc... Le possibilità sono infinite, basta solo saperle cogliere.
ATTENZIONE: DA QUI IN POI LA RECENSIONE CONTIENE SPOILER
Purtroppo ci sono anche dei lati negativi. In particolare, mi pare strano che nessuno a Carp si sia mai accorto dell'esistenza di Panic. Mi riferisco innanzitutto ai genitori dei ragazzi. Ad esempio Heather dopo il risveglio in ospedale, riesce a nascondere sia alla madre che al padre di Natalie, nonché alla polizia, che l'incendio era in realtà una conseguenza della sfida.
Per non parlare poi del fatto che nessuno sembra aver posto domande quando Dyana è rimasta paralizzata dopo il suo Torneo. Mi rendo conto che la scarsa disponibilità di risorse economiche di molte famiglie di Carp, potrebbe far desistere dall'intraprendere battaglie legali. Però mi pare strano. Se mia figlia rimanesse paralizzata a seguito di un non ben precisato incidente d'auto, smuoverei mari e monti per scoprire almeno cosa è successo davvero.
La stessa modalità di svolgimento del Torneo rende inverosimile questa cecità rispetto all'esistenza gioco. Il Torneo consiste in una corsa in macchina lungo una strada dritta, il primo che sterza perde. In un incidente come quello di Dyana, come minimo la polizia avrebbe dovuto indagare: chi era presente, che tipo di macchina è stata usata, le cause effettive dell'incidente... Tutte cose che in una condizione normale devono essere prese in considerazione.
E in effetti, un paio di volte si fa riferimento ad un intervento delle forze dell'ordine. Quest'ultimo però è molto limitato: un blitz durante la prima prova e una serie di avvertimenti riguardo ad un possibile arresto di chi sia scoperto ad avere a che fare con il gioco. No, secondo me è troppo poco per essere verosimile, soprattutto se si considera che Panic va avanti da anni, e che ha già mietuto delle vittime.
C'è anche da dire che Carp è una cittadina molto piccola, dove tutti si conoscono e le notizie girano in fretta. Possibile che questa "fedeltà" profonda nei confronti del gioco sia così radicata anche negli adulti?
FINE SPOILER
In ogni caso, consiglio comunque di leggere il libro. Ho trascorso delle ore piacevoli in sua compagnia, nonostante i difetti che ha. Non è molto impegnativo come romanzo, sia in termini di tempo che in termini di narrazione. Questo gli permette di trasformarsi in un ottimo strumento per distogliere la mente dai problemi quotidiani e godersi un po' di sano relax.
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