Editore: Fabbri Editori
Anno di pubblicazione: 2019
Mia Edizione: I edizione marzo 2020
Genere: narrativa contemporanea
Valutazione: 4/5
Indice
Trama
Cinica, fredda e materialista: sono questi gli aggettivi che meglio descrivono Lise Gundersen, donna in carriera che ha trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita a costruirsi una posizione di rilievo in una società di investimenti di Oslo. Ma come reagisce quando nel suo ufficio si presenta un clown?
Di certo non è una scena alla quale è preparata, e ancora meno si aspetta di scoprire che uno zio di cui ignorava l’esistenza le ha lasciato in eredità un circo, con tendone e artisti al seguito. Ovviamente non ne vuole sapere e decide immediatamente di vendere l’attività per ricavarne più denaro possibile. Ma nel testamento lo zio ha fatto inserire una clausola: Lise potrà entrare in possesso e disporre a suo piacere del circo solo dopo averne diretto cinque spettacoli. Inizia così un viaggio imprevedibile, in cui i piani di Lise dovranno fare i conti con quelli (numerosi e contrastanti) di un gruppo di artisti indomiti: un clown deciso a boicottare la nuova proprietaria, una veggente che invece la prende sotto la sua ala, una bellissima trapezista, due gemelli giocolieri. E ancora un uomo proiettile con il terrore del cannone, un ginnasta che si ostina a negare gli acciacchi dell’età, una prestigiatrice divorata dalla gelosia, un mangiaspade snob – persino un elefante indiano. Ognuno con la propria storia, le proprie ferite, le proprie irrinunciabili aspirazioni. Ma ciò che per Lise si preannuncia come un’esperienza infernale si rivelerà un percorso in grado di aprirle gli occhi sulla vita, su ciò che desidera e su ciò che realmente conta.
Chi è Magne Hovden?
Magne Hovden è nato a Ålesund e vive a Kirkenes, all’estremo nord-est della Norvegia. Ha all’attivo diversi romanzi e scrive anche per il cinema e la televisione.
Recensione
La storia
Tante cose vengono chiamate felicità, ma poche lo sono davvero.
"La vita è un circo" è uno di quei romanzi in grado di affrontare un tema classico come la riscoperta di sè e dei propri sentimenti con un piglio alternativo e accattivante.
Questo libro racconta infatti il lungo un viaggio fisico e spirituale di Lise Gundersen, una cinica manager d'azienda costretta suo malgrado a vivere un'avventura decisamente fuori dal comune. Come specificato dalla trama, dovrà occuparsi della gestione del circo ricevuto in eredità dallo zio, e portare a termine cinque spettacoli completi. Ma sarà proprio vivendo a stretto contatto con questo strano mondo e con i suoi abitanti che questa donna apparentemente senza cuore si riapproprierà di un lato di sè che credeva perduto per sempre.
A mano a mano che si procede nella lettura l'autore ci guida sempre più a fondo nell'anima gelida di Lise, portando alla luce un nucleo di calore mai del tutto spento. Ragione per la quale la narrazione, salvo alcuni brevi intramezzi, si concentra quasi esclusivamente sulla protagonista. In particolare, sul confronto tra lei e gli altri abitanti del circo, capitanati dal clown Fillip e dalla veggente Diana.
Quest'ultimi rappresentano esattamente tutto ciò che la protagonista non è. Sono empatici, uniti, guidati da uno spirito nobile e da un profondo rispetto reciproco. Tutti aspetti che Lise ha cercato di cancellare dalla sua vita.
Come spesso accade quando due realtà così diverse si incontrano, il conflitto appare inevitabile. Ma è proprio qui che entra in gioco la magia del circo. Infatti, ciò che nessuna delle due "fazioni" immagina è che colui che si considerava un nemico nasconde in realtà un inaspettato alleato mosso da un obiettivo comune. E che solo unendo le proprie forze si può sperare di raggiungerlo.
I personaggi e il contesto ambientale
Come vi accennavo, la protagonista indiscussa è Lise: una donna fredda, incurante del prossimo, che mette al primo posto solo ed esclusivamente sè stessa.
Tra tutti i personaggi è sicuramente quello meglio caratterizzato, sopratutto sotto il profilo psicologico. Come una moderna regina delle nevi, Lise si crede al sicuro e felice nel suo castello di ghiaccio. Ma la necessità di prendersi cura del circo dello zio inizia a crepare questa sua corazza.
Magne Hovden pone quindi l'accento sul suo mondo interiore fin dalle prime pagine. E' chiaro che la protagonista non ha avuto una vita facilissima. E come dice il proverbio, spesso la miglior difesa è l'attacco. Di conseguenza, Lise ha seppellito sempre più a fondo la sua umanità, lasciando il posto ad un animo gelido e ostile.
In questo processo è stata "aiutata" da Børge, il suo capo e mentore. Anche lui è un dipinto dall'autore come un uomo senza scrupoli di coscienza, il cui unico scopo è trasformare Lise nella propria fotocopia. Per certi versi mi ha ricordato un piccolo diavoletto tentatore; per intenderci, quello che nei cartoni animati compare sulla spalla del protagonista, e gli sussurra all'orecchio cercando di fargli perdere la retta via.
A differenza di Lise, però, il personaggio di Børge è molto meno definito. Hovden non ci dice niente sul suo passato e su cosa lo abbia reso la persona che è diventato. L'autore si concentra solo sui lati negativi, non c'è una caratterizzazione a tutto tondo.
Proprio tale scelta narrativa costituisce il principale difetto di questo libro. Paragonati a Lise, infatti, tutti gli altri personaggi sono terribilmente piatti. Cosa, questa, evidente in special modo proprio con Børge. Al di la del suo ruolo di antagonista, la sua figura è praticamente priva di sostanza. Il che, in un libro che parla di sentimenti, è assolutamente inaccettabile.
Per quanto riguarda invece i componenti del circo, la loro caratterizzazione è appena più approfondita di quella del capo di Lise, ma sicuramente non allo stesso livello della protagonista.
Tra questi spicca la figura di Diana, in piena contrapposizione con Børge. Se quest'ultimo può essere paragonato al diavolo tentatore, la veggente è certamente l'angioletto appollaiato sull'altra spalla. Diana è il tramite tra Lise e il circo, ed è l'unica che sembra agire nell'interesse della protagonista e non esclusivamente per il proprio.
Gli altri artisti occupano, invece, una posizione di confine. Infatti, dopo un'iniziale ostilità nei confronti di Lise, cominceranno progressivamente a fidarsi di lei. Tuttavia, anche nel loro caso la caratterizzazione non è molto approfondita. L'autore ne delinea appena i dettagli principiali, giusto quel che basta per renderli facilmente riconoscibili al lettore.
Questa scarsa attenzione verso la descrizione e i dettagli colpisce anche l'ambiente.
Il paesaggio è quello dei fiordi norvegesi, uno tra i più suggestivi al mondo. Eppure l'autore non lo valorizza adeguatamente. In un certo modo, è come se desse per scontato che tutti conoscano quei luoghi, tale per cui non c'è necessità di descriverli.
Niente di più sbagliato, secondo me.
Anche la vita all'interno del circo non è molto approfondita. Personalmente non sono riuscita a percepire quella particolare "aura" che caratterizza questo mondo, e che ho ritrovato invece in altri romanzi ambientati nello stesso contesto.
Stile di scrittura
Ad ogni modo, "La vita è un circo" è comunque un romanzo gradevole. Il percorso narrativo è ben delineato, anche se prevedibile, e i personaggi sono pochi e facilmente riconoscibili. L'assenza di scene scabrose o disgustose, jumpscare o momenti di tensione particolari lo rende una lettura adatta tanto agli adulti, quanto ai giovani.
Molto d'aiuto in questo senso è l'impaginazione e lo stile di scrittura: lettere grandi e periodi corti aiutano di certo a non annoiarsi. Inoltre, l'autore l'autore non ama gli inutili giri di parole. Al contrario, predilige una narrazione diretta e schietta, che rendendo la lettura decisamente scorrevole.
Certo, alcune scene potevano essere costruite meglio e in modo più coinvolgente. Soprattutto nel finale, in cui sembra quasi che l'autore abbia fretta di chiudere. Ciò però non toglie che "La vita è un circo" sia comunque un buon romanzo, da leggere assolutamente tutto d'un fiato.
Fonti
Copertina: https://letteraturaecinema.blogspot.com/2020/05/la-vita-e-un-circo-cosa-mi-lasci-di-te.html
Foto dell'autore: https://en.wikipedia.org/wiki/Magne_Hovden
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