Editore: Mondolibri
Anno di pubblicazione: 2015
Mia Edizione: aprile 2015
Genere: rosa
Valutazione: 3/5
Chi è Antoine Laurain?
Antoine Laurain è nato a Parigi nel 1972. Dopo aver studiato cinema, e dopo aver lavorato come assistente antiquario, ha deciso di dedicarsi alla scrittura. I suoi romanzi più importanti sono:
- Ailleurs si j'y suis (2007), vincitore del il Prix Drouot;
- Undicesimo: fuma. Storia efferata di delitti e sigarette, uscito in Italia per Vallecchi nel 2011;
- Il cappello di Mitterrand, vincitore del Prix Relay 2012, pubblicato in Italia nel 2013 da Atmosphere;
- La donna dal taccuino rosso, bestseller in Francia e pubblicato in Italia da Einaudi (2015), è stato tradotto in dodici paesi;
- Rapsodia francese, pubblicato nel 2017 sempre da Einaudi.
Trama
Una molletta per capelli, una boccetta di profumo Habanita, qualche vecchia fotografia, una bottiglia di Evian da mezzo litro, un fermaglio con un fiore di stoffa azzurro, una penna a sfera Montblanc nera, un paio di dadi rossi, tre sassolini sicuramente raccolti in luoghi significativi, un romanzo di Patrick Modiano con dedica, un portachiavi dorato con incisi alcuni geroglifici, un accendino, una ricetta delle animelle di vitello strappata da una rivista femminile, un burrocacao, una bustina di Efferalgan, un taccuino rosso con annotata una lunga lista di "Ho paura..." e una di "Mi piace..." Ecco cosa può esserci nella borsa di una donna, ed ecco cosa c'è in quella color malva che, un mattino, il libraio Laurent trova abbandonata su un marciapiede nelle strade di Parigi. La proprietaria, aggredita e rapinata da un ladro la notte precedente, si è rifugiata in un albergo poco distante. Prende una camera e si addormenta, convinta di non aver bisogno di cure. Il giorno successivo, però, il concierge la trova in coma e chiama subito i soccorsi. Contemporaneamente, Laurent comincia a sfogliare il taccuino della donna misteriosa. Rimane affascinato dai suoi pensieri, si perde fra annotazioni, sogni e ricordi. Gli sembra una pazzia, ma decide di cercarla. Da dove cominciare, però? L'unico indizio a sua disposizione è la dedica di Modiano, un vago "A Laure, in ricordo del nostro incontro sotto la pioggia" scarabocchiato sul frontespizio.
Recensione
Il contenuto di una borsa ritrovata può raccontare tutta una vita a chi sa ascoltare
Questa frase, riportata sul retro della sovracoperta del romanzo, racchiude in poche parole l'essenza stessa di questo libro. Tutti sanno che le le borse sono un'estensione del corpo di una donna. Come dice Noemi nella sua canzone:
La borsa di una donna pesa come se ci fosse la sua vita dentro*
Infatti, le cose più preziose che si conservano al suo interno non sono il telefono o soldi, ma i ricordi di una vita. Ricordi che definiscono sè stessi. Ed è proprio tramite una borsa ritrovata per caso, che il seme dell'amore comincia a germogliare nel cuore di Laurant.
Questa storia è la dimostrazione che i sentimenti si divertono a giocare a nascondino, ma adorano farsi trovare, di solito quando meno ce lo si aspetta. Basta solo tenere gli occhi aperti e cogliere le occasioni che la vita offre.
Il romanzo è, quindi, assolutamente adatto a tutti. Non ci sono volgarità, nè colpi di scena al cardiopalma. La lettura scorre lenta e tranquilla: l'ideale per trascorrere una serata accocolati sul divano. Magari con un bicchiere di vino fresco (se è estate), o di cioccolata calda (se è inverno).
La brevità del libro (si tratta di appena 164 pagine), lo rende un romanzo leggero, poco impegnativo e squisitamente francese. Il suo punto forte, poi, è il finale: una degna conclusione per questa storia, in grado di donarle la completezza che le serviva.
I difetti
Il romanzo presenta purtroppo alcuni difetti, che non mi hanno permesso di apprezzarlo completamente. Innanzitutto, la totale mancanza di dialoghi. Non sto scherzando: Antoine Laurain non utilizza praticamente mai la tradizionale punteggiatura, le virgolette che indicano che un personaggio sta parlando (mi riferisco a queste: <<.......>>, e a queste ".....").
Pensieri e parole si confondono sulla pagina, e ancora di più nella mente del lettore. Molte volte ho avuto difficoltà a capire chi stava dicendo cosa. Non mi sono mai trovata di fronte ad una simile scelta stilistica, e questo mi ha spiazzata parecchio.
Anche i salti narrativi compiuti dall'autore (che riporta i fatti ora dal dal punto di vista di un personaggio, ora di un altro), non aiutano per niente. I capitoli privi di qualsiasi segno distintivo (non ci sono titoli, nomi o numeri), rendono ancora pià complicato individuare il soggetto del racconto.
Infine, avrei molto apprezzato un maggiore approfondimento della psicologia dei personaggi, perlomeno dei protagonisti. Qualche informazione in più, ad esempio sul loro passato personale, avrebbe davvero migliorato questo romanzo. E vi assicuro che di occasioni ce n'erano, eccome.
Al contrario, l'autore li descrive in modo asciutto, quasi impersonale. Assolutamente non adatto ad un romanzo rosa. Lo scopo di questo genere letterario è colpire il lettore nei suoi sentimenti, solleticando il suo lato più romantico. L'empatia con i personaggi e il coinvolgimento non possono mancare.
Questa superficialità mi ha, quindi, veramente lasciato l'amaro in bocca, e ha rovinato in parte un'ottima idea di partenza.
Fonti
*La borsa di una donna - Noemi - Presentata al Festival di Sanremo nel 2016
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