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Immagine del redattoreElena Barocelli

Inganno d'autore. Diario di un truffatore


Autore: Felice Delfino

Anno di pubblicazione: 2021

Genere: noir, storico

Valutazione: 4/5








Felice Delfino
Felice Delfino

Chi è Felice Delfino? (dal libro)

Felice Francesco Delfino,nasce il 04-10-1979 ad Oppido Mamertina (RC).Consegue nel 2009 il

Magistero in ScienzeReligiose,all’Istituto Superiore di Scienze Religiose Mons. Zoccali di Reggio

Calabria.Ha insegnato religione. Esperto di cultura ebraica,ha pubblicato nel 2013 il libro “La

presenza ebraica nella storia reggina”.Col presentetesto,ha vinto pure nel 2017,il primo premio al

Concorso storico-letterario Metauroscollezionistadi Gioia Tauro (RC),sez. storia. Ha partecipato

anche alla Giornata Europea della Cultura Ebraica in Calabria nel 2016. Collaborada anni,con alcuni

giornali online e riviste cartacee regionali,con alcuni articoli culturali.“Inganno d’autore”,è il primo

di una serie diromanzi a sfondo storico.


Trama (dal web)

"Inganno d'autore. Diario di un truffatore" è la storia di S., un editore truffatore, eroinomane ed autolesionista, coinvolto attivamente negli attentati terroristici dell'IRA e dell'ETA. In un diario assai tormentato racconta la sua storia di guerra, di droga, amori e inganni. Un killer misterioso si metterà allora sulle sue tracce e lo inseguirà nel suo tragitto da Bilbao a Belfast. Il finale spiazzerà il lettore? Difatti il protagonista scoprirà chi vuole ucciderlo. Questo romanzo ripercorre soprattutto i fatti storici dei Troubles (68) e del Bloody Sunday (72), avvenuti nell'Ulster (Irlanda del nord), vuol sottolineare l'inutilità della violenza e l'assurdità di ogni forma di terrorismo, soprattutto evidenzia come la sete di vendetta e di sangue, per quanto negativa ed insensata, si possa trasformare in un sentimento più nobile e positivo. Un'avventura incredibile, dove il protagonista è continuamente scisso tra le ombre del suo passato e l'incertezza del presente. Un thriller storico ricco di colpi di scena.


Recensione

Mi sono imbattuta in questo libro assolutamente per caso. Sono iscritta su Facebook ad un gruppo di appassionati di lettura e libri in generale, e mentre stavo promuovendo il blog sono stata contatta dall'autore di questo romanzo, che mi ha proposto di recensirlo.


E' la prima volta che mi capita, e devo dire che è stata un'esperienza molto interessante e stimolante, così come il libro. Il protagonista della storia è Simon Irvin, terrorista con una forte tendenza all'autolesionismo che si racconta attraverso un diario.


La scelta dell'autore nel lasciare che sia proprio il protagonista a parlare di sè attraverso questo strumento è davvero geniale. Quando una persona scrive un diario, nei fatti è come se stesse estraendo da sè, mettendoli sulla carta, tutti i propri pensieri più reconditi, belli o brutti che siano. Attraverso questo espediente è stato possibile scavare fino in fondo nell'animo di Simon, molto più profondamento di quanto non si riuscirebbe attraverso una narrazione classica.


L'autore ha inoltre utilizzato uno stile di scrittura particolare, alternando flashback a spiegazioni del contesto storico in cui le vicende sono ambientate. Perchè in fondo questo è un romanzo storico, che si inserisce nell'ambiente terroristico dell'IRA e dell'ETA dalla fine degli anni '70 in poi. Un argomento che personalmente mi ha sempre affascinato, e che spero di poter approfondire meglio in futuro.


Si nota infatti l'attento lavoro di ricerca dell'autore, che pur scrivendo un opera di fantasia ha dovuto scontrarsi con la dura realtà dei fatti. In questo senso, la descrizione del personaggio di Simon, concentrata soprattutto nel primo capitolo, ma che verrà svelata via via, è assolutamente coerente con il messaggio che l'autore vuole lanciare.


Simon è una persona all'apparenza violenta, priva di scrupoli, autolesionista, drogato di denaro e di eroina, che gode nel vedere gli altri soffrire a causa delle sue truffe. Ma è anche una persona profondamente tormentata, che ha subito un grave trauma da cui non si è più ripreso, e che è all'origine di molte sue scelte sbagliate che condizioneranno tutta la sua vita, impedendogli di trovare la felicità.


L'autore, all'inizio del libro, avverte il lettore del fatto che:

Il libro contiene scene di violenza. Non vuole essere un incitamento alla stessa, ma solo un modo per riflettere.

E in effetti, questo libro fa riflettere. Grazie a Simon e alle sue vicende personali, Delfino dimostra come la guerra si assolutamente da aborrire: non esiste una guerra giusta, qualunque sia la ragione per la quale si combatte. Il risultato di un conflitto bellico non si riduce solo ad una mera vittoria da un lato, e sconfitta dall'altro.


Qualsiasi lotta armata lascia dietro di sè delle vittime, e non parlo sono dei caduti. Mi riferisco anche a tutte quelle persone che vivono in prima persona queste esperienze terribili, e che ne porteranno per sempre addosso i segni, visibili e non.


E sono proprio questi i più pericolosi, come dimostrato dallo stesso Simon in questo noir. Un genere di lettura a cui non sono abituata (di solito prediligo gli horror o il fantasy), ma che mi ha colpito molto. Con le sue note cupe e a tratti drammatiche, sfruttare abilmente dall'autore come un bravo direttore d'orchestra, il lettore verrà calato sempre di più nella spirale di sangue e dolore che avvolge il protagonista come una seconda pelle, in un crescendo di emozioni, che renderà molto difficile abbandonare la lettura.


Tuttavia, ho deciso comunque di dare un voto di 4 stelle, e non 5. Questo perchè mi sarebbe piaciuto che venissero approfonti altri aspetti. Ad esempio il personaggio di Sarah, di cui si parla molto meno di Simon, ma che rappresenta per lui uno snodo cruciale nella vita. Lo stesso vale per il killer che segue Simon. Un capitolo dedicato interamente a questo personaggio, in cui gli eventi vengono narrati dal suo punto di vista soggettivo, sarebbe stato davvero accattivante.


Avrei inoltre preferito una descrizione più approfondita degli attacchi terroristici cui ha preso parte Simon, sopratutto mentre militava nell'ETA. Ho apprezzato invece davvero molto la spiegazione degli eventi relativi ai Troubles, indispensabili per compredere bene il contesto storico del romanzo.


Apparte questo è un romanzo godibile e devo dire che mi ha fatto pensare. Ogni volta che smettevo di leggere per dedicarmi ad altro, mi restava sempre in fondo al cuore il desiderio di riprendere la lettura e di scoprire come proseguiva la storia. E vi assicuro che non è una cosa che mi capita sempre.







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