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Immagine del redattoreElena Barocelli

Il silenzio dei vivi - All'ombra di Auschwitz, un racconto di morte e di resurrezione

Aggiornamento: 4 gen 2023

Autore: Elisa Springer

Anno di pubblicazione: febbraio 1997

Mia edizione: Mondolibri settembre 2003

Genere: autobiografico

Valutazione: 4,5/5

Elisa Springer

Chi è Elisa Springer? (dalla quarta di copertina)

Elisa Springer è nata a Vienna nel 1918 in una famiglia di commercianti ebrei di origine ungherese. Sopravvissuta ai campi di sterminio, nel 1946 si trasferisce in Italia. Ora vive a Manduria, in provincia di Taranto

N.d.a.: Elisa Springer oggi purtroppo non c'è più. E' morta a Matera in Basilicata all'età di 86 anni. Essendo il libro del 1997, ovviamente questa informazione non è riportata nella quarta di copertina.



Trama (dalla quarta di copertina)

Elisa Springer aveva ventisei anni quando venne arrestata e deportata ad Auschwitz con il convoglio in partenza da Verona il 2 agosto 1944. Salvata dalla camera a gas dal generoso gesto di un kapò, Elisa vive e sperimenta l'orrore del più grande campo di sterminio nazista. Ben presto ridotta a una larva umana, umiliata e offesa, anche nel corso dei successivi trasferimenti a Bergen Belsen, il campo dove morì tra gli altri Anne Frank, e a Theresienstadt, riuscirà a tenere vivo nel suo animo il desiderio di sopravvivere alla distruzione. La sua forza e una serie di fortunate coincidenze, le consentono di tornare fra i vivi, dapprima nella sua Vienna natale e poi in Italia, dove all'inizio della persecuzione nazista contro gli ebrei d'Europa, spinta dalla madre, aveva cercato rifugio. Da questo momento e per cinquant'anni la sua storia cade nel silenzio assoluto nessuno sa di lei, conosce il suo dramma; Nessuno vede (o vuole vedere) il numero della marchiatura di Auschwitz che Elisa tiene ben celato sotto un cerotto. Il mondo avrebbe bisogno della sua voce, della sua sofferenza, ma le parole non bastano a raccontare il senso del suo dramma infinito e sempre vivo. La sua vita si normalizza, nasce un figlio. In quegli anni è proprio la maternità il segno della sua riscossa contro i carnefici. Cinquant'anni dopo proprio questo figlio, Silvio, vuole capire, sapere, e lei, per amore di madre, ritrova le parole che le sembravano perdute. Unico caso al mondo di un silenzio così profondo che si interrompe con il racconto della storia della sua drammatica vita, morte e rinascita, il libro di Elisa Springer assume il peso di quei testi che sanno parlare agli uomini e alla storia, al cuore e alla mente.


Recensione

Questo libro era nella biblioteca di casa mia da moltissimi anni, senza che si fosse mai presentata l'occasione giusta per affrontarne la lettura. Finalmente, pochi giorni fa, il momento è arrivato. Sinceramente, quando l'ho scelto stavo cercavo un libro piccolo, che si leggesse in poco tempo. Tuttavia, nonostante abbia solo 122 pagine, si tratta di un'opera profonda, che affronta un tema sempre attuale.


Ma andiamo con ordine. La prima cosa che colpisce di questo libro è la meravigliosa introduzione. L'autrice chiarisce fin da subito che il suo intento è quello di diffondere la consapevolezza, soprattutto tra i più giovani, di ciò che è accaduto a lei e a tante altre persone durante la seconda guerra mondiale.


Affido questo libro a tutti i ragazzi che avrei voluto conoscere, agli altri che ho incontrato, conosciuto, amato e che da me hanno voluto sapere... […] Loro saranno i veri giudici del nostro passato e del loro domani. Affido al loro verdetto, la storia della mia vita!

Coerentemente il registro linguistico utilizzato è adatto per essere compreso anche dai più piccoli. Questa scelta non sminuisce minimamente l'importanza degli argomenti trattati e l'intensità del racconto, che in alcuni punti sembra quasi una poesia.


La storia in sé si sviluppa in modo lineare. La prima parte è dedicata all'infanzia dell'autrice, che parla della sua numerosa famiglia, disgregatasi a causa delle persecuzioni naziste. La seconda parte tratta invece del periodo dell'arresto, della deportazione e della liberazione, fino al suo ritorno in Italia.


L'elemento centrale del romanzo è costituito dall'anima e dallo spirito di Elisa Springer. Il libro è infatti un lungo urlo di dolore e di riscatto: dolore per la perdita delle persone care, per la solitudine che l'autrice, cresciuta in un famiglia numerosa e molto unita, percepisce come particolarmente pesante, la terrificante esperienza dei campi di sterminio (che la segnarono in modo indelebile); ma anche riscatto contro chi ha tentato di annientarla definitivamente e che ha più volte cercato di piegarla. Un viaggio all'interno del suo cuore, spezzato dalle umiliazioni e dalla violenza.


Ciò che colpisce di più nel racconto sono l'incredibile forza e umanità di Elisa Springer. In un mondo quale quello dei campi, in cui vige la legge del più forte, e dove non c'è spazio per nulla se non che per sé stessi, lei riesce a costruire e mantenere in vita rapporti umani impensabili, e a dimostrare una sensibilità e una bontà inimmaginabili.


L'autrice si concentra non tanto sui fatti storici, quanto sulle sue emozioni e sensazioni, sulle volte in cui ha rischiato di cedere e nonostante tutto ha resistito, sapendo che era in gioco la sua vita. Non manca poi l'accenno alle condizioni dei prigionieri nel Lager, alle umiliazioni e alle violenze di quei luoghi.


Ad esempio, la Springer parla dell'appello mattutino fuori dalle baracche, delle selezioni, delle malattie, e in generale del processo di disumanizzazione che i nazisti avevano creato. Questo aspetto viene però trattato meno approfonditamente rispetto ad altri romanzi che mi è capitato di leggere sul tema.


Elisa Springer sente quindi su di sé il peso e la fatica dell'"esser vivi" dopo la tragedia dei Lager. Infatti, l'altro imporrante tema affrontato nel romanzo è la difficoltà che l'autrice incontra nel reinserirsi nella società, che non vuole o non riesce ad accettare gli orrori nel nazismo, e che addirittura giunge in certi casi a negarlo.


Ed è proprio contro questo fenomeno che la scrittrice ha combattuto pacificamente attraverso la sua testimonianza, sia nelle scuole, che con questo libro. Il suo punto di forza, il sostegno cui appoggiarsi in questa battaglia è il figlio Silvio, che spinse la madre a raccontare la sua esperienza al mondo.


E' anche grazie a lui se nel 1995 (due anni prima della pubblicazione del romanzo) Elisa Springer decide di tornare ad Auschwitz. In questo luogo, dopo cinquant'anni, l'autrice si sente finalmente "libera". Comprende che ciò che ha vissuto non la abbandonerà mai, sarà per sempre una parte di lei. Il suo compito quindi è quello di trasmettere la memoria di ciò che è stato affinché i giovani d'oggi, donne e uomini di domani, non dimentichino mai e non ripetano gli stessi errori


A settantasette anni sono tornata ad Auschwitz […] Mi sono ritrovata libera di camminare in quel luogo senza speranza, libera di piangere la mia solitudine, appoggiandomi all'uomo che, mai, avrei sperato di conoscere: mio figlio. Lui ha compreso il senso della mia esistenza: ho vissuto per cinquant'anni ad Auschwitz all'ombra del Camino.

Curiosità

Irma Grese

-Nel libro viene citata Irma Grese, detta "Arpia di Belsen". Spesso infatti ci si dimentica che lo sterminio

degli ebrei fu responsabilità sono solo di soldati, ma anche di soldatesse. Per questo consiglio di leggere il libro "Se questa è una donna" di Monica G. Alvarez, che approfondisce proprio questo tema, descrivendo il ruolo svolto da 19 donne nei campi nazisti, tra cui appunto anche la Grese.


-Elisa Spinger è la nipote di Elkann Bauer, noto compositore austriaco i cui valzer furono suonati spesso dalle orchestre di Vienna. Curiosando in internet, ho trovato queste ulteriori informazioni, che vi riporto:


La scrittrice Elisa Springer ha conservato le partiture inedite del nonno materno a Manduria fino al giorno della sua morte. Nel maggio del 1999 le due partiture furono eseguite, in anteprima mondiale, al Teatro Politeama Greco di Lecce dall'Orchestra Sinfonica ICO Tito Schipa diretta dal maestro Realino Mazzotta, che revisionò e ricostruì le parti mancanti delle due composizioni. Il concerto fu presentato dal giornalista televisivo e scrittore Corrado Augias e dall'ambasciatore d'Austria in Italia Günter Birbaum. I brani furono rieseguiti successivamente a Vienna.

(Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Elkan_Bauer)


-Sono molti i video riguardanti Elisa Springer che si possono trovare in rete. Io ne ho trovato uno che riassume praticamente tutto ciò che è scritto nel libro. Vi carico qui il link, nel caso vi faccia piacere vederlo. Si tratta di un intervista, appunto rilasciata dall'autrice, a San Giovanni in Persiceto il 01/02/2002.

https://www.youtube.com/watch?v=zufv69tE2cs









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