Buongiorno amici lettori, e ben ritrovati!
Con questo post riapro ufficialmente la rubrica "Il lettore in pillole", il cui scopo è quello di portare alla luce tutte quelle caratteristiche che rendono noi amanti dei libri delle persone così speciali.
Questa volta voglio parlarvi di un tema a me particolarmente caro: i librigame. Fenomeno molto di moda negli anni '80, nonchè parte integrante della mia infanzia, ancora oggi non smettono di affascinare. Ricordo ancora quando, da piccola, trascorrevo ore e ore di puro divertimento leggendo questi libri, immaginando di viaggiare in luoghi lontani e accompagnando personaggi sempre diversi nelle loro avventure.
Ma cosa sono effettivamente i librigame, e come funzionano? Scopriamolo insieme!
Indice
Un formato originale
Il librogame, detto anche librogioco, è "un'opera narrativa non lineare", caratterizzata da paragrafi contrassegnati da numeri sparsi, tra i quali solo uno contiene il vero finale della storia. Il vostro compito consiste quindi nel costruire il percorso migliore per arrivarci.
Durante l'avventura vi sarà infatti chiesto di scegliere una tra le varie opzioni disponibili, in base alla quale sarete indirizzati verso un altro paragrafo, e così via fino alla conclusione. Attenzione però: lungo il percorso sono disseminate vere e proprie trappole, che potrebbero obbligarvi a cambiare le condizioni di gioco o addirittura a ricominciare daccapo.
Altra caratterista interessante è che il racconto è narrato in seconda persona. Questo consente a sua volta di trasformarvi da meri spettatori passi ai veri protagonisti dell'avventura, appositamente strutturata utilizzando un meccanismo simile a quello dei giochi di ruolo tradizionali.
Storia e tipologie dei libri game
La storia dei libri game è strettamente legata alle diverse tipologie in cui questo genere si suddivide. In particolare, possiamo distinguere tra il librogioco d'avventura, il racconto a bivi e i moduli di avventura in solitario per un gioco di ruolo.
Il librogioco d'avventura
Non è facile stabilire con precisione quando è nato effettivamente questo tipo di librogame. Di sicuro il suo periodo d'oro risale come dicevo agli anni '80, quando fu pubblicata la saga "Fighting Fantasy" di Ian Livingston e Steve Jackson. In Italia il capostipite di questa serie, "Lo stregone della montagna infuocata", è stato riconosciuto come il primo librograme di narrativa indirizzato a un pubblico di giovani e adulti.
Tuttavia, fu solo grazie alla casa editrice E. Elle (universalmente nota come EL) se i librigame divennero così noti nel nostro Paese. Il punto di forza di EL era, infatti, il design accattivante con cui erano stampati i volumi, pensato apposta per stimolare il collezionismo.
La caratteristica principale di tutti i librogioco d'avventura in generale è l'elemento aleatorio. All'inizio della "partita" sarà infatti chiesto al lettore di selezionare alcune caratteristiche di base del personaggio (es: equipaggiamento, le abilità ecc...), spesso in modo del tutto casuale. Altrettanto imprevedibile è anche l'esito di alcune azioni compiute nel corso dell'avventura, determinato dal lancio dei dadi o da altri elementi fortuiti.
La serie più fortunata in tal senso fu quella di "Lupo Solitario", una saga fantasy scritta da Joe Dever e ristampata in formato deluxe a partire dal 2013. Il protagonista/giocatore è un giovane cadetto dell'Ordine Kai, costretto a scappare dal suo Monastero a causa dell'attacco organizzato dai Signori delle tenebre.
Il racconto a bivi
I racconti a bivi nascono negli anni '50, principalmente per uno scopo didattico. La materia da imparare era suddivisa in quattro parti denominate frame, al termine delle quali lo studente doveva rispondere a una domanda a scelta multipla. Se sbagliava, veniva indirizzato a una pagina che spiegava l'errore; se rispondeva correttamente, poteva proseguire con il frame successivo.
Pionieri in tale campo furono gli Stati Uniti e il Regno Unito. Tra il 1958 e il 1972 fu infatti pubblicata la serie di libri educativi "Tutor Text", la quale ispirò tra l'altro il librogame di Ian Livingstnon e Steve Jackson
Tra il 1972 e il 1980 sempre nel Regno Unito fu data alle stampe "Tracker", la prima serie narrativa (e non più didattica) di racconti a bivi. Per quanto riguarda l'Italia, invece, la loro pubblicazione si limitò ad alcuni episodi isolati. In questo senso gli unici testi che vale la pena citare sono "Avventure nell'isola" di Edward Packard e "Tante storie per giocare" di Gianni Rodari.
Da un punto di vista tecnico i racconti a bivi sono molto simili ai librogiochi d'avventura, se altro perchè si basano sullo stesso meccanismo di scelta. La principiale differenza tra i due è data, però, dall'assenza dell'elemento aleatorio, presente solo nei librogiochi.
I moduli di avventura in solitario per un gioco di ruolo
La terza tipologia è infine rappresentata dai moduli di avventura in solitario per un gioco di ruolo. Si tratta di una combinazione tra un romanzo a bivio e un gioco di ruolo classico. A differenza di quest'ultimo, però, può essere giocato in solitaria e senza dungeon master, anche se spesso è richiesto comunque l'acquisto di un manuale.
Come i librigioco d'avventura, anche i moduli raggiunsero il maggior successo soprattutto negli anni '80. Alcune case produttrici di giochi di ruolo erano infatti solite creare dei moduli specifici per insegnare le regole ai giocatori. Ne sono un esempio "Il richiamo di Cthulhu" (che fa riferimento alla creatura inventata dallo scrittore H. P. Lovecraft) e "DC Heroes".
In Italia, la prima serie di avventure di questo genere furono si rifaceva al regolamento di "Tunnel e Troll", pubblicato solo parzialmente tra il 1988 e il 1989. Ma il loro successo fu tale che diversi moduli furono realizzati anche per "Dungeons & Dragons" e "The Solo Dungeon".
Il genere letterario
I librigioco sono tipicamente di genere fantasy. Il giocatore dovrà affrontare nemici più o meno pericolosi, esplorare luoghi oscuri, cercare oggetti o semplicemente raggiungere un determinato luogo. Ciò che incontrerà lungo il cammino dipende, ovviamente, sempre dalle sue scelte.
Esistono tuttavia anche libri game di genere horror, fantascientifico o giallo. Inoltre, il pubblico cui sono rivolti è molto variegato. Esistono infatti libri game anche per bambini (in cui gli enigmi proposti sono chiaramente parametrate alla loro fascia di età), e a tema erotico. Per quanto riguarda quest'ultimi segnalo "Dietro le porte" (1994) di Alina Reyes pubblicato in Francia dalla Pocket Books France e tradotto in Italia da Ugo Guanda Editore.
Declino dei libri game
La fase discendente dei librigame ebbe inizio negli anni '90, molto probabilmente a causa dei videogiochi. Nonostante alcuni di questi presentassero una struttura simile alla loro versione cartacea, il fascino suscitato dalle immagini dai colori vivaci e dagli effetti sonori era insuperabile.
Fortunatamente i librigame conservarono comunque una certa importanza, sopratutto in ambito didattico. La loro progettazione consente ancora oggi agli studenti di sviluppare le abilità di logica e di scrittura, come spiegato da Luca Raina e Ivano Colombo nel loro "Insegnare storia con le narrazioni interattive e i libri gioco".
Ancora, il manuale "Costruire i libri-gioco. Come scriverli e utilizzarli per la didattica, la scrittura collettiva e il teatro interattivo" di Andrea Angiolino (autore del librogame tutto italiano "In cerca di fortuna") ne spiega invece gli usi trasversali ai fini didattici.
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