Autore: Guillermo del Toro e Cornelia Funke
Anno di pubblicazione: 2019
Mia edizione: prima edizione settembre 2019
ISBN: 978-88-04-71717-1
Genere: guerra, drammatico, fiaba dark
Valutazione: 5/5
Chi è Guillermo del Toro? (Dalla quarta di copertina)
Nato a Guadalajara in Messico, nel 1964, ha debuttato come regista nel 1993 con il film Cronos, dopo il quale ha alternato opere incentrate su temi dark fantasy come "La spina del diavolo" e i pluripremiati "Il labirinto del Fauno" e "La forma dell'acqua" a classici film d'azione americani tra cui "Mimic", "Blade II", "Hellboy", "Hellboy - The Golden Army". Nella sua carriera di regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e scrittore ha ricevuto numerosi premi, imponendosi come uno dei registi più famosi del mondo
Chi è Cornelia Funke?
Nata in Germania nel 1958, si è laureata in Pedagogia, specializzandosi poi nell'illustrazione per ragazzi, campo in cui ha lavorato fino a che non ha deciso di diventare una scrittrice. Vincitrice di numerosi premi in patria e all'estero, ha raggiunto la fama mondiale con "Il Re dei ladri". Per Mondadori ha pubblicato anche "Cuore d'inchiostro", diventato un film, e il seguito della trilogia, "Veleno d'inchiostro" e "Alba d'inchiostro", oltre a "Il cavaliere fantasma", "Il cavaliere dei Draghi" e la saga di "Reckless". Oggi vive a Los Angeles.
Trama (dalla quarta di copertina)
Spagna, 1944. Ofelia è soltanto una bambina quando con la madre prossima al parto si trasferisce in un vecchio mulino tra le montagne dove il patrigno, lo spietato capitán Vidal, è di stanza per annientare i ribelli che si oppongono al regime franchista. Presto le sue amate fiabe e l’antica foresta incantata attorno alla casa divengono l’unico conforto, una via di fuga dal terrore e dal dolore che avvelenano la sua vita. Finché un giorno, guidata da una Fata, si addentra in un labirinto nelle cui profondità un misterioso Fauno la attende da tempo per sottoporla a tre prove di coraggio. Solo superandole, potrà fare ritorno nel Regno Sotterraneo, lei, la principessa perduta, fuggita perché sognava il mondo degli umani, e condannata a vagare sulla terra senza memoria. Sembra il finale di una fiaba. Ma quando la magia si rivelerà non meno oscura e terrificante della realtà, Ofelia dovrà scegliere cosa è disposta a sacrificare per salvare se stessa.
Recensione
Molti di voi avranno sicuramente visto il film omonimo, o ne avranno sentito parlare. Ecco, questo romanzo nasce dalla stessa mente che ha partorito la nota pellicola, cioè quella di Guillermo Del Toro. La collaborazione con Cornelia Funke, che ha rappresentato con le parole l'opera cinematografica del regista messicano, deriva da un'idea dello stesso Del Toro.
In occasione di un lavoro comune per la Dreamworks, quest'ultimo scoprì che "Il labirinto del Fauno" era il film preferito della scrittrice. Successivamente, le propose di trasformare la pellicola in un romanzo, addirittura concedendole la possibilità di modificare il racconto.
Nonostante la generosa offerta, Cornelia Funke decise inizialmente di restare fedele al film. Tuttavia, per non scontentare Del Toro, optò per inserire nell'opera una novità: dieci racconti brevi che ripercorrono il passato del Regno Sotterraneo, nonchè le vicende del mulino e dei suoi abitanti prima dell'arrivo dei soldati. Questi racconti sono arricchiti dalle meravigliose illustrazioni di Allen Williams.
Il registro linguistico utilizzato dalla Funke, semplice e al tempo stesso decisamente incisivo e sensibile, contribuisce a rendere il romanzo un'opera ideale sia per i più giovani, che per un pubblico più adulto. La preferenza mostrata dalla scrittrice per le frasi dal periodo breve e dalla non eccessiva complessità, trasmettono infatti al lettore quella particolare epicità tipica delle fiabe classiche che tutti conoscono. Nel libro si possono trovare perle come:
...Riecheggiò nell'oscurità che annegava la sua stanza come latte nero
che impreziosiscono l'opera, tenendo incollato il lettore alle sue pagine per ore. La storia si articola poi in un crescendo caratterizzato da numerosi colpi di scena, che culminerà in un finale davvero molto toccante. Infatti, un aspetto importante da considerare nell'approcciarsi alla lettura di questo romanzo è che si tratta si di una fiaba, ma dark. Quindi non aspettatevi il classico "e vissero tutti e felici e contenti".
La stessa Funke, durante un'intervista pubblicata sul Corriere della Sera online in data 11 giugno 2020*, afferma che l'età minima ideale per affrontare questo libro è di almeno 14 anni, e in ogni caso non prima dei 12.
Ma come nasce "Il labirinto del Fauno"? La storia si è formata nel corso di più di vent'anni, attraverso appunti trascritti dal regista sul suo inseparabile taccuino, rivisti e modificati molte volte. Numerose scene riprodotte provengono da antiche leggende popolari, sogni fatti da Del Toro, e purtroppo anche da episodi di violenza cui ha assistito personalmente.
L'orrore, la paura e la crudeltà costituiscono la colonna portante dell'intero romanzo, in cui si innestano la magia e il folklore, creando un tutt'uno inscindibile. Fondamentale infatti per comprendere appieno il romanzo, è il periodo storico in cui è ambientato: si tratta della Spagna franchista del 1944, un contesto difficile e pericoloso per chiunque, e ancora di più per una bambina come Ofelia.
In quest'opera Ofelia e il capitàn rappresentano due estremi opposti. La prima è l'incarnazione dell'innocenza e della purezza tipiche dell'infanzia, ancora in grado di credere nella magia. E la bambina ne ha decisamente bisogno, poichè Vidal è un essere spregevole, la manifestazione di tutto ciò che di cattivo e oscuro esiste a questo mondo.
Il solo interesse di quest'uomo è il figlio che la madre di Ofelia porta in grembo. Non ama la nuova moglie, nè tantomeno prima figlia di lei. Ma mentre quest'ultima se ne rende conto, Carmen (così si chiama la mamma di Ofelia) crede ancora che il suo rapporto con Vidal sia fondato sull'amore. La piccola quindi si sente tradita due volte dal genitore: innanzitutto perchè ha sposato il capitàn, e in secondo luogo perchè non l'apprezza per quello che è. La madre fa di tutto affinchè la bambina venga accettata dal nuovo marito, senza però rendersi conto che in questo modo sta ferendo Ofelia, l'unica che le voglia davvero bene.
A questo poi si aggiunge il rancore che ogni tanto la protagonista prova nei confronti del fratellastro, che fa star male la madre, allontanandola così ancora di più da lei. In questo scenario si inserisce anche il personaggio di Mercedes, domestica che lavora nel mulino, ma che segretamente è in contatto con la Resistenza. Con lei Ofelia sviluppa un rapporto quasi madre-figlia, quello che le manca e tanto desidera. E Mercedes, che credeva che per lei il tempo di occuparsi di una creatura fosse ormai passato, si riscopre molto più madre di quello che pensava di essere.
E' più che naturale quindi che in una situazione come questa Ofelia si aggrappi all'unica cosa che le dà speranza e conforto: il pensiero di essere la figlia perduta dei sovrani del Regno Sotterraneo, salita in superficie anni prima e mai più tornata.
Ed è a questo punto che entra prepotentemente in scena l'elemento fiabesco, cioè il Fauno. Questa creatura racconta alla bambina che, per poter ritornare dalla sua vera famiglia, deve dimostrare di non essere diventata del tutto mortale. Anche se in apparenza potrebbe non sembrare, lo scopo del Fauno è quello di vedere come Ofelia reagisce se messa alle strette, e quali decisioni prenderà, cosa dimostrata ampiamente dalla terza e ultima prova.
Attraverso questa pellicola Del Toro desidera dimostrare la necessità di agire sempre in nome del bene rinnegando il male, anche quando ne va della nostra stessa sopravvivenza (non per niente le richieste del Fauno non sono meno pericolose e crudeli del comportamento di Vidal). Ofelia deve quindi dar prova di aver conservato in sè questa scintilla di bontà e purezza di cuore, che purtroppo fin troppo spesso si ritrova solo nel mondo delle fiabe.
La scrittura fluida della Funke descrive poi in modo magistrale i personaggi, consentendo così al lettore di penetrare nella loro personalità, ancora più a fondo rispetto alla mera visione del film. In questo modo, l'immedesimazione e la fascinazione del lettore sono garantiti.
Il merito di questo libro è quindi quello di donare profondità alle immagini del lungometraggio e di trasmettere ancora meglio il messaggio del suo creatore, diventando a tutti gli effetti uno strumento necessario per comprendere ed apprezzare appieno il mondo che sta dietro a "Il labirinto del Fauno".
Alcune curiosità sul film **
Se oggi gli spettatori e i lettori possono apprezzare "Il labirinto del fauno" lo si deve solo ad un tassista. Del Toro aveva infatti dimenticato il taccuino con i suoi appunti sul sedile posteriore di un taxi. L'autista si fece in quattro per restituirglielo, perchè aveva capito l'importanza che quel documento aveva per il suo proprietario.
L'attore che interpreta il Fauno è il grande Doug Jones, abile trasformista, che possiamo vedere anche in Doom (con Karl Urban e Dwayne Johnson), Legion, Hellboy e Mimic (per citarne alcuni). L'attore non parlava una parola di spagnolo, lingua originale del film. Di conseguenza, durante le 5 ore di trucco, decise di imparare a memoria non solo le proprie battute, ma anche quelle di Ofelia (Ivana Bauqero), per sapere quando arrivava il suo turno. Successivamente Del Toro decise comunque di farlo doppiare, ma lo sforzo dell'attore ha agevolato non poco i doppiatori.
Il capitano Vidal è una delle figure più terribili dell'intera opera. Lo stesso attore che lo interpretò (Sergi Lòpez) se ne rese conto. Nonostante avesse ricevuto il copione quasi un anno e mezzo prima dell'inizio delle riprese, non riusciva a comprendere le ragioni dell'agire di Vidal. Questo gli rese difficile l'immedesimazione nel personaggio.
Inizialmente la parte di Ofelia era stata pensata per una bambina di 7-8 anni al massimo. Ma Del Toro fu così colpito dall'allora undicenne Ivana, da riscrivere la parte apposta per lei.
Stephen King partecipò a una delle prime proiezioni del film, sedendosi proprio di fianco al regista. King raccontò che durante le scene dell'Uomo Pallido, Del Toro girò la testa di lato. Il regista invece affermò che l'emozione provata a fronte alla reazione dello scrittore fu pari a quella della vincita di un Oscar.
Fonti
*Alcune informazioni riportate nelle recensione le ho trovate leggendo l'intervista fatta a Cornelia Funke in data 11/06/2020, e raccolte in un articolo di giornale pubblicate su Il Corriere della Sera online (a cura di Jessica Chia). Qui sotto ho riportato il link con l'intervista completa:
**Alcune informazioni relative alle curiosità sul film le ho trovate invece in questa pagina web: https://www.lascimmiapensa.com/2021/10/11/il-labirinto-del-fauno-curiosita/
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