Editore: Edizioni Convalle
Anno di pubblicazione: 2022
Mia Edizione: I edizione 2022
Genere: narrativa
Pagine: 234
Formato: brossura
Valutazione: 5/5
Indice
Trama
Alain, un giovane operaio torinese che vive una difficile situazione familiare ed è soffocato dalle responsabilità, trova conforto solo nella musica. Per questo, per una volta incurante dei bisogni altrui, decide di seguire il suo gruppo in una tournée estiva. Un incidente stradale sconvolgerà tutti i suoi piani e lo porrà di fronte a risvolti inaspettati e a situazioni sempre più paradossali e inquietanti. Un romanzo che affronta la tematica del disagio esistenziale e riflette sulle illusorie vie di uscita che ognuno tenta di percorrere alla ricerca di se stesso e del proprio posto nel mondo.
Chi è Salvina Alba?
Salvina Alba è un'insegnante siciliana di lingua francese, prossima alla pensione. Scrive libri da 23 anni, grazie ai quali cerca di indagare nell'interiorità, piuttosto che dedicarsi alla descrizione dell'esteriorità.
Oltre a "Il bosco dei faggi" ha pubblicato altri quattro romanzi: "Più grandi illusioni", "I segreti di Floriania", "Nell'abisso" e "Pole pole".
Introduzione
Prima di iniziare questa recensione, permettetemi di ringraziare l'autrice del romanzo, Salvina Alba, per essersi fidata di me e per avermi dato una copia del suo libro.
Recensione
La storia
Al primo impatto, "Il bosco di faggi" si presenta come un racconto molto semplice. La classica storia di un giovane ragazzo alle prese con una realtà che gli sta troppo stretta.
Ma la verità è molto diversa. Questo libro ha un sacco di cose da dire. Salvina Alba ci guida, infatti, alla scoperta del nostro vero "io", aiutandoci a capire cosa conta veramente nella vita. E lo fa con uno stile fenomenale, facendo si che sia proprio Alain a raccontarci in prima persona la sua esperienza. Il risultato è una storia avvincente e coinvolgente, da leggere tutta d'un fiato.
Un romanzo ricco di sorprese
Personalmente, ho notato due possibili chiavi interpretative. Una, più immediata e strettamente correlata al racconto letterale. E l'altra, nascosta sotto la superficie, che rende questo libro un vero e proprio romanzo di formazione.
In questo senso, Alain è una figura perfetta per lo scopo che si prefigge il libro. E' impossibile non identificarsi almeno un po' in lui. Leggendo la sua storia, ho provato sensazioni contrastanti: in alcuni momenti mi ha fatto compassione, in altri mi ha rattristato. E in altri ancora mi ha fatto proprio arrabbiare.
Ed è proprio questa la magia de "Il bosco di faggi": grazie alla scrittura fresca, leggera, eppure densa di significato dell'autrice, chi legge è costretto a guardarsi dentro costantemente, e a fare i conti con una realtà che spesso ignora o non gli piace.
Si tratta di un processo graduale, idealmente suddiviso in tre parti, che seguono passo passo il percorso di crescita del protagonista.
Prima parte
Nella prima parte, l'autrice ci presenta il Alain. Ed è proprio con la ricostruzione del suo carattere, che Salvina Alba ci offre un assaggio della sua bravura.
Con una scrittura precisa, diretta, delicata e adatta a tutti riesce, infatti, a creare l'immagine di un ragazzo insofferente, incapace di accettare la sua condizione.
Come vi accennavo prima, è impossibile non identificarsi almeno un po' in lui. E' capitato a tutti di sentirsi inadeguati o sopraffatti, costantemente sommersi da richieste che non si è grado di soddisfare. E con la terribile impressione che, senza di noi, il mondo possa crollare da un momento all'altro.
La sola consolazione del ragazzo è la musica. In fondo al suo cuore alberga, infatti, la segreta speranza di poter ottenere, grazie a lei, un riscatto dalle difficoltà che la vita gli ha imposto. Ed è proprio questa sua ambizione che lo spinge a partire per una tournée estiva con gli amici. La quale apre la porta alla seconda parte del racconto.
Seconda parte
Qui si entra nel cuore pulsante del racconto. E ancora una volta, l'autrice mostra tutta la sua abilità descrittiva.
Con pochi semplici tratti, Salvina Alba rovescia completamente il contesto narrativo, facendo quasi assomigliare il romanzo ad un thriller. Le atmosfere calde e delicate che avevano caratterizzato la prima fase sono, infatti, sostituite dall'orrore e dalla paura.
Questo repentino mutamento di tono crea l'ambiente ideale in cui Alain sperimenta il suo cambiamento interiore. Tuttavia, non vi nascondo che sul momento mi aveva lasciata un po' confusa.
Per carità, alla fine ho capito dove l'autrice voleva andare a parare, e ho molto apprezzato il tutto. Ma il primo impatto mi aveva colta di sorpresa.
Un paio di collegamenti, poi, mi hanno convinta un pochino meno di altri. Ovviamente, rapportando il tutto alla conclusione del romanzo, ogni cosa acquista un senso. Eppure, ho notato una leggerissima forzatura. E questo ha un po' guastato quell'aura d'incanto e meraviglia, mischiata con una giusta dose di drammaticità, che mi aveva letteralmente rapita.
Terza parte
La terza e ultima parte, oltre a concludere il romanzo, rappresenta anche il culmine dello sviluppo interiore di Alain. Nonché il momento in cui la bravura di Salvina Alba raggiunge il top.
Mantenendo inalterato il suo stile delicato e al tempo stesso potente, l'autrice confeziona un finale commovente e ricco di significato. Un finale in cui il protagonista si lascia alle spalle il passato, per abbracciare il suo futuro, non senza un velo di malinconia.
Credetemi: una volta terminata l'ultima pagina, vi sentirete come se un parte importante di voi fosse stata portata via. Una sensazione bellissima e struggente al tempo stesso, che poche volte mi è capitato di provare.
Stile di scrittura
Salvina Alba utilizza uno stile di scrittura diretto, arricchito da un registro linguistico medio-alto, ma assolutamente comprensibile. Lo si può apprezzare in particolar modo nella caratterizzazione del protagonista, rispetto al quale gli altri personaggi occupano una posizione secondaria.
Il che è assolutamente coerente con il resto della narrazione. Prima di tutto, questa scelta permette all'autrice di indagare a fondo la psiche e l'anima di Alain. Dando così vita ad un personaggio straordinario, talmente ben descritto che vi sembrerà di conoscerlo da sempre.
In secondo luogo, si tratta di una logica conseguenza della narrazione in prima persona. Come già vi ho accennato, è Alain che racconta la sua storia. Perciò, il lettore sa solo ciò che anche lui sa. Ed è normale, quindi, che l'attenzione si concentri più sul ragazzo, che su tutto il resto.
Ma non temete: questa scelta non priva il racconto di fascino, anzi. "Il bosco di faggi" vi sorprenderà per la verosimiglianza del racconto e per l'energia che emana. La quale vi resterà dentro per un bel po' di tempo, anche dopo che avrete finito la lettura.
Conclusioni
Consiglio questo romanzo a chi ama le storie dal retrogusto un po' amarognolo, ma ricche comunque di emozioni forti. Attenzione, però: questo libro crea dipendenza. Perciò, leggetelo quando avete del tempo a disposizione, e con la giusta atmosfera. Anche perchè è praticamente impossibile staccarsene senza averlo terminato.
Fonti
Copertina e trama: https://www.amazon.it/BOSCO-FAGGI-SALVINA-ALBA/dp/B0BW61H5G7
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