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Immagine del redattoreElena Barocelli

I donatori di sonno


Copertina

Editore: BigSur

Anno di pubblicazione: 2014

Mia Edizione: I edizione gennaio 2023

Genere: distopico, drammatico

Pagine: 158

Formato: brossura

Valutazione: 5/5





Indice


Trama

Gli Stati Uniti sono afflitti da un'epidemia di insonnia così forte da essere letale. Trish, sorella di una delle prime vittime, lavora per un'associazione non-profit che effettua trasfusioni di sonno: è stata lei a trovare la piccola A, l'unica donatrice universale finora conosciuta, una neonata il cui sonno purissimo non provoca mai crisi di rigetto nei pazienti; ma mentre la ricerca prosegue senza sosta, il padre della piccola A è sempre più riluttante a sottoporre la figlia ai prelievi. Quando dal sonno di un donatore sconosciuto si scatena un'infezione di orribili incubi, Trish dovrà prendere una decisione difficilissima.


Chi è Karen Russell?

Karen Russell
Karen Russell

Karen Russel (Miami, 1981), ha pubblicato tre raccolte di racconti (di cui in Italia sono uscite per Elliot "Un vampiro tra i limoni" e "Il collegio di Santa Lucia per giovinette allevate dai lupi"), ed è stata finalista al Premio Pulitzer con il romanzo "Swampalandia!" (Elliot, 2011). Ha ricevuto le due più importanti borse di studio americane per le arti, quella della MacArthur e della Guggenheim Foundation.


Introduzione

Quando frequentavo le scuole superiori, mi capitava spesso di non riuscire a dormire la notte. Restavo sveglia a piangere fino alle ore piccole, sperando che il sonno arrivasse il prima possibile.


Perciò, quando ho visto questo libro in biblioteca, non ci ho pensato due volte. L'ho subito preso in prestito, e l'ho divorato in pochissimo tempo. E non solo perchè ha poche pagine.


Recensione

La storia

A dispetto di quello che potrebbe sembrare, l'insonnia non è la protagonista assoluta di questo romanzo.

L'attenzione del lettore, infatti, è tutta rivolta verso Trish Edgewater, il vero personaggio principale.


Trish racconta la sua storia in prima persona e al tempo presente. E già questa è una scelta narrativa che amo trovare in un libro.

Dato che chi legge sa solo ciò che anche il narratore conosce, non ha ancore di salvezza. Si ritrova, quindi, completamente in balia degli eventi, al pari dei personaggi. Ciò a sua volta crea una valanga di emozioni fortissime, che garantiscono un livello di coinvolgimento molto profondo.


Tornando a noi, come vi dicevo il fulcro della narrazione è rappresentato proprio da Trish. E' grazie a lei che scoprirete a poco a poco il mondo distopico in cui il racconto è ambientato.


In particolare, una feroce epidemia di insonnia sta decimando la popolazione americana. La stessa protagonista ne è stata vittima, in un certo qual modo. E sfrutta il suo vissuto personale per reclutare quanti più donatori di sonno possibile, l'unica speranza di salvezza.


Ed è proprio qui che comincia il bello. Mentre all'inizio Trish persegue con abnegazione la sua causa, nel corso della narrazione comincia a porsi dubbi etici e morali sempre più forti.


Emblematica è questa frase:

Importa davvero credere in quello che diciamo, se il semplice fatto di pronunciare certe parole salva delle vite?

"I donatori di sonno", quindi, non è semplicemente un romanzo fine a sè stesso. Attraverso il percorso di crescita personale della protagonista, l'autrice costringe il lettore a riflettere su tematiche complesse.


Perciò, non aspettatevi scene particolarmente tensive o epiche. A solleticare l'attenzione ci pensa un senso di inquietudine sottile e costante. Una sensazione provocata dalla consapevolezza che, nonostante si tratti di una storia di fantasia, quanto raccontato potrebbe potenzialmente verificarsi in un prossimo futuro.


Gli altri personaggi & Trish

Come è chiaro, il personaggio maggiormente caratterizzato è proprio Trish, specialmente sotto il profilo psicologico.

Dal punto di vista fisico, invece, Karen Russell non ci racconta praticamente nulla. Il che è assolutamente coerente con ciò che la protagonista rappresenta, e con lo scopo che l'autrice si prefigge.


All'inizio del racconto, Trish è completamente devota alla raccolta di sonno. Per lei non esiste altro, anche a costo di perdere sè stessa a poco a poco. Per questo la descrizione del suo aspetto non è così importante. E' la sua mente ciò che conta, le sue parole e i suoi pensieri. Sono loro che plasmano l'intera narrazione.


Se quindi, la caratterizzazione della protagonista è limitata di per sè, quella degli altri personaggi lo è ancora di più. Di loro l'autrice rivela al massimo i nomi, e poco altro. Quasi fossero delle semplici aggiunte ornamentali al romanzo, mere componenti dello sfondo su cui si muove la storia.


Ammetto che all'inizio questo modo di procedere può spiazzare. Ma non temete: andando avanti con la lettura ci farete l'abitudine. E finirete il romanzo senza sentire minimamente la mancanza di una descrizione più approfondita.


Il tema dell'insonnia

L'abilità narrativa di Karen Russell si nota anche nella ricostruzione del contesto ambientale.

Se ci pensate bene, l'insonnia e le sue conseguenze ricorrono spesso nelle romanzo di fantasia, specialmente se si tratta di thriller o di horror.


In questo libro, però, l'autrice è riuscita ad affrontarlo in modo veramente originale. Il risultato è una storia capace di far riflettere, commuovere e arrabbiare allo stesso tempo. Il tutto senza dover ricorrere a elementi tipici di altri generi letterari.


Ogni conseguenza sociale, politica e culturale provocata dalla mancanza di sonno è descritta in modo assolutamente credibile e verosimile. Cosa che genera, appunto, quella sensazione di ansia di cui vi parlavo prima.


Non solo. Questa sensazione è oltremodo amplificata dall'assenza di riferimenti temporali specifici. Potremmo trovarci nel futuro, tra migliaia di anni, così come nel nostro secolo. Non si sa esattamente come e quando sia cominciato tutto. Né tantomeno sembra esserci una fine certa.


In questo modo l'autrice ottiene un doppio, ottimo risultato: da un lato, destabilizza il lettore, incutendogli timore e angoscia. Dall'altro, crea l'ambiente ideale in cui, attraverso Trish, trasmettere i suoi messaggi a chi ha voglia di ascoltarli.


Stile narrativo

Lo stile di Karen Russell rappresenta la ciliegina sulla torta di questo romanzo. L'autrice è infatti capace di creare l'atmosfera ovattata tipica di un sogno, utilizzando al tempo stesso uno stile narrativo schietto e diretto.


Questo effetto è ottenuto grazie ad un sapiente uso dei periodi. La loro brevità acuisce quel senso di rassegnazione e tristezza che si percepisce per tutto il romanzo, creando un fortissimo contrasto con l'andamento stesso della narrazione, che in certi punti appare quasi cantilenante, come una ninna nanna.


Infine, l'assenza di voli pindarici o iperboli descrittive rende "I donatori di sonno" un romanzo adatto a tutti. Anche se, personalmente, credo sia meglio essere un po' maturi per poterne cogliere tutte le sfumature.

La natura della richiesta può corrompere la purezza del dono, del sonno regalato?

Fonti





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