Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2018
Mia Edizione: I edizione 2018, VII ristampa 2019
Genere: autobiografia
Pagine:142
Formato: copertina rigida con sovraccoperta
Valutazione: 5/5
Indice
Trama
Ho sempre creduto che la vita fosse disporre sul tavolo, nel miglior modo possibile, le carte che ti sei trovato in mano. Invece all'improvviso ne arriva una che spariglia tutte le altre, e la vita è proprio come ti giochi quell'ultima carta. Per ciascuno di noi l'esistenza è costellata di eventi che in prima battuta sono sembrati inaffrontabili, e invece poi hanno portato a una rinascita, a un nuovo equilibrio. Penso che ci sia un ordine più saggio che governa il mondo e di cui spesso ignoriamo il senso, la prospettiva. Per questo ho una grande fiducia, mi alzo sempre col sorriso. Certo che preferisco il sole, ma quando ci sei in mezzo scopri che anche la neve ha la sua bellezza. La malattia, l'avere bisogno di aiuto, mi hanno costretto a riprendere contatto con la mia parte più tenera e indifesa, quella più umana. Era come se mi fossi dimenticata che la fragilità non è una debolezza, ma è la condizione dell'essere umano ed è proprio lei che ci protegge, perché ci fa ascoltare quello che proviamo, quello che siamo, nel corpo e nel cuore.
Chi è Nadia Toffa?
Nadia Toffa è nata a Brescia nel 1979. Dopo quattro anni di gavetta nella televisione locale della sua città, Retebrescia, nel 2009 diventa un'inviata de "Le Iene". Le inchieste più importanti che ha realizzato riguardano le truffe ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, la proliferazione delle sale slot in Italia, la pedofilia online, la diffusione dell'HIV, l'inquinamento e lo smaltimento illegale dei rifiuti in diverse zone d'Italia. Nell'autunno del 2015 è alla guida del talk show "Open space" in prima serata su Italia 1. Nello stesso anno vince il Premio Internazionale Ischia per il giornalismo - Sezione TV per un coraggioso servizio sulle donne rapite dall'Isis. Nel 2018 vice il Premio Giornalistico Internazionale Marco Lucchetta per un'inchiesta sulla prostituzione minorile a Bari. Nel febbraio 2018 le è stata conferita la cittadinanza onoraria di Taranto, per il supporto nella raccolta fondi a favore del reparto di oncologia pediatrica. Dal 2016, oltre a essere nel cast degli inviati, presenta "Le Iene".
Introduzione
Ho deciso di leggere "Fiorire d'inverno" più che altro perchè volevo saperne di più su Nadia Toffa, la mia inviata preferita del programma "Le Iene". Non avrei mai immaginato, nemmeno nelle mie più rosee aspettative, che avrei provato una tale valanga di emozioni.
Questo "imprevisto" non ha reso per niente facile scrivere la recensione. Mi aspettavo una specie di saggio impersonale, invece mi sono trovata di fronte ad un racconto veramente molto intimo. Per non parlare poi del tema affrontato effettivamente dal libro, che merita di essere trattato con rispetto e delicatezza.
Per questo motivo, mi sono impegnata a fondo per cercare di rendere giustizia a questa storia e alla sua protagonista. Spero con tutto il cuore di esserci riuscita, ma lascio ovviamente a voi che leggete il compito di giudicare.
Recensione
Ad un'occhiata superficiale, "Fiorire d'inverno" può sembrare una delle tante autobiografie scritte da un personaggio famoso. Ma basta leggere la prima frase per cambiare completamente opinione.
Citando Lorenzo Marini, autore della prefazione, il libro è:
[…] un inno al non mollare mai, alla ricerca della gioia, alla bellezza della vita.
Nonchè, aggiungo io, una e vera e propria finestra sull'anima della sua autrice. In queste pagine ho ritrovato la Nadia Toffa che aspettavo con ansia di vedere in tv: una donna spontanea, sempre in movimento, sicura di sè e piena di voglia di vivere.
Con lo stesso piglio giornalistico che caratterizzava i suoi servizi, la Toffa si rivolge a cuore aperto a noi lettori, guidandoci lungo un percorso narrativo che segue tre diverse strade: il racconto di episodi di vita vissuta, soprattutto dell'infanzia e del periodo precedente l'ingresso a "Le Iene"; i dieci anni di lavoro nel programma; l'esperienza della malattia.
Il risultato è un libro che assume quasi la forma di un diario personale velato da un sottile strato di malinconia, in cui l'autrice espone con chiarezza e precisione i pensieri e le riflessioni suscitati dalla sua condizione. E' proprio nella tragedia che la Toffa scopre un lato di sè che non sapeva di avere: una magica capacità di adattamento mista ad una notevole dose di resilienza, che aiuta ad affrontare le salite della vita.
Ancora adesso non so cosa rispondere alla domanda: "Di che cosa hai paura?". […] Sento che non ho paura di niente, ma non perchè mi credo invulnerabile. Sono piena di fragilità, eppure più di tutto è vivo in me il desiderio di conoscere le cose, ed è così forte e assoluto che non lascia spazio a nient'altro. […] Le cose accadono e io le prendo così come vengono. […] Questo non significa che vado a cercarmi di proposito situazioni dolorose o rischiose, solo mi piace il fatto di non poter scegliere, di non poter evitare esperienze che sembrano negative […] perchè perderei le scoperte che a volte si nascondono fra le ombre del destino.
Attraverso questo libro, quindi, l'autrice vuole essere di supporto alle persone che stanno vivendo la sua stessa terribile esperienza, senza luoghi comuni o frasi fatte, ma semplicemente attraverso il racconto del proprio vissuto.
Non solo: il libro rappresenta in generale uno stimolo per chiunque, giovane o adulto, uomo o donna, sano o malato, a non privarsi mai di nessuna occasione che la vita gli offre. Perché, come dice Nadia Toffa:
[…] se non ti butti finisce che resti al palo ad aspettare. E' chiaro che buttarsi fa paura, per questo bisogna coltivare tanto coraggio, così tanto da riuscire a spaventare la paura.
Stile di scrittura
Da un punto di vista tecnico "Fiorire d'inverno" colpisce per l'estrema lucidità che caratterizza la narrazione, sopratutto considerando la non linearità di quest'ultima. Nadia Toffa tende, infatti, a saltare di frequente da un argomento all'altro. Una scelta sicuramente audace, che però non inficia minimamente nè la qualità dello scritto, nè la sua comprensione.
In effetti, il serratissimo ritmo di lettura unito a un registro linguistico sempre costante rendono questa autobiografia un libro di certo non difficile da capire. L'autrice non si dilunga in inutili discorsi retorici e non si lascia andare a voli pindarici, anzi. Secondo me la sua scrittura rispecchia in pieno la personalità che chi la seguiva ha imparato a conoscere: schietta, diretta, precisa e puntuale.
"Fiorire d'inverno", quindi, è uno di quei libri capace di mettere radici nel cuore del lettore. La sua storia emozionante è fatta apposta per essere letta tutta d'un fiato... anche perchè è praticamente impossibile smettere prima. In questo senso il volume assume quasi valore di un lascito, una specie di ultimo messaggio che l'autrice voleva raggiungesse quante più persone possibili: mantenere sempre il sorriso sulle labbra e cercare il lato positivo di ogni cosa, anche lì dove proprio sembra non esserci.
E questo, amici miei, è il regalo più grande che possiamo fare a noi stessi.
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