Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione:1974
Mia Edizione: I° edizione giugno 2018
Genere: horror, ragazzi
Pagine: 193
Formato: copertina rigida con sovracoperta
Valutazione: 2/5
Indice Chi è Lois Duncan?
Chi è Lois Duncan? (Dalla quarta di copertina)
Lois Duncan (1934-2016), è stata una giornalista, poetessa e scrittrice americana. Autrice di numerosi libri di successo, è considerata un pioniera della letteratura young adult sopratutto per i generi horror e thriller. Diversi suoi romanzi, come "Uccidiamo Mr Griffin", "So cosa hai fatto" e "Darkhall" sono stati adattati per il grande schermo
Trama (Dalla quarta di copertina)
Come sentinelle schierate a protezione di quello che c'è oltre, alberi scuri, strani e selvaggi circondano Blackwood, un esclusivo collegio femminile, e lo separano dal resto del mondo. Non appena la giovane studentessa Kit Gordy ne oltrepassa l'alto cancello d'ingresso, la sensazione di essere sferzata da una vento gelido la fa rabbrividire. Ad accrescere il disagio è lo sguardo duro e perforante della preside, Madame Duret, e l'esiguo numero delle altre studentesse. Perchè sono state selezionate così poche ragazze, fra loro molto diverse? Che cosa le accomuna? E cosa signficano le notti turbate da strani sogni e il talento tanto straordinario quanto inspigabile che ciascuna di loro inizia a mostrare? Indizi riguardanti il passato che avvolge la residenza gettano una luce inquietante sui diversi avvenimenti, e ben presto la scuola così esclusiva diventerà un'orribile prigione.
Recensione
Come mi è già capitato, ho trovato questo romanzo assolutamente per caso. Conoscevo il film "Darkhall" del 2018, ma non sapevo fosse stato tratto da un libro. Un giorno, in biblioteca, l'ho visto sullo scaffale. Dopo aver capito di cosa si trattava, ho deciso di prenderlo in prestito.
Ero emozionatissima all'idea di leggerlo. Purtroppo, sono rimasta terribilmente delusa.
Il libro è rivolto prevalentemente ad un pubblico giovane. Lo dimostrano lo stile di scrittura semplice, diretto e privo di fronzoli, nonchè i periodi brevi. L'azione si svolge praticamente in unico luogo, cioè Blackwood. Gli stessi personaggi sono pochissimi: ci sono solo le quattro ragazze e i quattro adulti (insegnanti e governante).
E qui si presenta già il primo problema: la loro caratterizzazione è praticamente assente. L'unica eccezzione (se così si può chiamare), è Kit, la protagonista. La narrazione si concentra tutta su di lei, quindi è normale che la sua figura sia meno piatta.
Per il resto, si sa poco o nulla della psicologia degli altri abitanti del collegio. Il che è inspiegabile, dal mio punto di vista. Questo vale sia per gli adulti, che per le studentesse: poche parole riguardanti l'aspetto fisico, e nient'altro. Non voglio rivelarvi nulla, ma visto il tipo di storia, era doverosa una costruzione dei personaggi più approfondita.
Anche la descrizione dell'ambiente circostante è molto scarsa e priva di sostanza, così come i dialoghi. E' evidente che l'autrice cerca di incutere ansia e preoccupazione nel lettore. Prova a fargli capire che sta succedendo qualcosa di assolutamente sbagliato, purtroppo fallendo miseramente.
Un'altra cosa che mi lascia veramente perplessa è il modo di agire (ma sopratutto, di reagire) delle ragazze. E' assolutamente irreale. Le studentesse sembrano totalmente in balia degli eventi, incapaci di pensare con un minimo di logica e di intelligenza.
Le loro reazioni sono infantili e inadeguate rispetto all'età che hanno. Lo dimostra la stessa Kit: il suo comportamento, più di qualche volta, mi ha fatto seriamente pensare di chiudere il libro e di non riaprirlo mai più.
Tutto questo, però, è solo la conseguenza di una storia praticamente inesistente. Il racconto raggiunge il suo climax verso la metà, e da lì in poi tutto peggiora. Nella prima parte, il comportamento ambiguo di alcuni personaggi faceva sperare in un miglioramento (anche se è abbastanza facile capire dove il racconto vuole andare a parare). Rivelando tutto così presto, il romanzo fa veramente fatica a stare in piedi.
Apparte i momenti in cui le ragazze dormono, non succede praticamente niente. Ci sono solo brevissimi accenni alla vita quotidiana nel colleggio. Non abbastanza per mantenere vivo l'interesse e il coinvolgimento del lettore.
Conclusione
Ne ho letti tanti di libri per ragazzi, alcuni anche di recente, e molti mi sono piaciuti. Quindi il problema non è quello. Secondo me, quest'opera aveva delle ottime basi di partenza per diventare un bel romanzo. Purtroppo, le sue potenzialità non sono state sfruttate a dovere.
Punti che mi sono piaciuti meno
Come vi accennavo prima, questo libro è un'escalation dell'assurdo. Per farvi capire meglio cosa intendo, vi riporto un piccolo elenco di episodi esemplificativi, almeno per me. Fate attenzione, perchè ci sono SPOILER!
I tentativi di fuga di Kit
Dopo aver scoperto la verità sul collegio, e su cosa davvero Madame aveva in mente, gli unici tentativi di Kit per scappare consistono nell'aspettare l'occasione di entrare nello studio della preside, e telefonare.
Stando a quanto scritto nel libro, non c'era altro modo per raggiungere il mondo esterno. Ma questo atteggiamente quasi amorfo di Kit e delle sue compagne è inverosimile. Dal mio punto vista, un'ottima via di fuga poteva essere, per esempio, creare una corda con le lenzuola e scavalcare il cancello. Le guglie sulla cima potevano essere coperte con i cuscini, rendendole così inoffensive.
La scoperta negli schedari
In questa scena, Jules scopre che fine hanno fatto le altre studentesse. E' un momento "topico", come si dice. Sta per essere rivelata una verità importante. Meriterebbe un minimo di suspence. Che so, una descrizione più approfondita delle emozioni di Jules, o delle suoi pensieri. Invece no: il ragazzo si limita a dire a Kit che non le racconterà cosa c'è scritto in quelle carte, e che farà in modo di portare via lei e le altre da Blackwood. Il tutto senza neanche un briciolo di emozione.
"Noi ce ne andiamo"
Altra scena assurda è il momento in cui Jules e Kit comunicano a Madame Duret che se ne andranno. Si limitano a urlarglielo in faccia, come dei bambini. Sarebbe stato più logico stare zitti e pianificare una fuga in segreto. Anche perchè lo stesso Jules aveva proposto di partire la mattina successiva, dato che c'era una tempesta in corso. Ma la logica in questo libro non esiste.
La fuga
Il modo in cui Kit si salva dall'incendio raggiunge il culmine dell'assurdo. Questa doveva essere una scena commovente: Kit rivede lo spirito del padre, che la guida verso la salvezza. Ma tutto appare sciocco. Kit non ha un graffio, un'ustione, niente. Eppure attraversa il fuoco. Come è possibile una cosa del genere? Ma sopratutto: come fai a dimenticarti della tua compagna di scuola, chiusa nella sua stanza, quando due secondi prima dell'incendio stavi cercando di trovare un modo per portarla via con te?
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