I 20 bambini di Bullenhuser Damm - Una carezza per la memoria
Tratto dall'opera di Günther Schwarberg "Der SS-Artz und die Kinder vom Bullenhuser Damm"
Primo editore: Steidl Verlag, Göttingen 1988
Mia edizione: Proedi Editore, anno 2005
ISBN: 88-88016-68-6
Genere: biografia
Valutazione: 5/5
Trama
Il 20 aprile 1945, 20 bambini ebrei di varie nazionalità furono uccisi nella scuola di Bullenhuser Damm di Amburgo. Questo libro, a cura di Maria Pia Bernicchia, racconta la loro breve storia: l'arresto, la deportazione verso il campo di sterminio di Auschwitz, il trasferimento ad Amburgo e il tragico epilogo.
Recensione
Mi sono imbattuta in questo libriccino assolutamente per caso: un giorno, in biblioteca, l'ho scorto sullo scaffale dei libri dedicati alla Shoà e alla Seconda Guerra Mondiale. Prima di allora non avevo mai sentito parlare di questa triste vicenda, che spero di contribuire a far conoscere un po' di più grazie al mio post.
Il libro è decisamente molto breve, circa 200 pagine, corredate da fotografie e immagini dell'epoca. Si apre con la presentazione dei 20 bambini, tra i quali vale la pena citare Sergio de Simone. E' il cugino di Andra e Tatiana Bucci, due importantissime testimoni della Shoà.
Sergio arriva ad Auschwitz-Birkenau il 29 marzo 1944. Viene separato dalla madre e portato nella baracca 11, detta Kinderblock. Le condizioni di vita qui sono identiche a quelle degli altri prigionieri: sporcizia, fame, violenza e morte diventano parte integrante del loro quotidiano. Finché il dott. Joseph Mengele, detto l'Angelo della morte, non compie l'ultimo, terribile inganno, che porterà Sergio e altri 19 bambini verso il loro tragico destino, descritto nella seconda parte del racconto. Nella loro opera "Noi, bambine ad Auschwitz", Andra e Tati ricordano ancora, con un tremendo senso di colpa, proprio il giorno in cui videro per l'ultima volta il loro cuginetto. La sua foto è stata tra l'altro scelta come copertina di questa nuova edizione.
Il libro, anzi, il memoriale, si arricchisce poi testimonianze di alcuni parenti dei bambini (come Shifra Mekler, sorella di Bluma, non presente nella prima edizione), nonché delle iniziative fino ad allora poste in essere, per far si che il ricordo dei piccoli di Bullenhuser Damm non si perda nelle pieghe del tempo. Tra queste, quella che più mi ha colpito e commossa è stata la creazione di un giardino di rose bianche in loro memoria a Yad Vashem.
L'unica nota negativa è rappresentata dal formato dei caratteri. In particolare, le descrizioni delle didascalie sono davvero minuscole, e in alcuni punti ho fatto fatica a leggerle. Anche alcune foto purtroppo sono molto piccole e questo, soprattutto nel caso delle copie dei documenti, ne rende difficoltosa l'analisi.
In conclusione, questo è un libro che va assolutamente letto. Anche se breve, la forza dei fatti raccontati e l'angoscia per tutte queste innocenti vite spezzate si percepiscono fin dalla prime pagine del libro. Per questo motivo, e anche per rispettare lo spirito dell'opera, mi sembra giusto concludere questo post con la poesia che potete trovare nelle pagine iniziali:
Ai bambini una carezza
per tutte le infanzie rubate
per i legami strappati
per i fiori recisi
per le andate senza ritorno
per tutti i "progetti-uomo" mai realizzati
per tutte le ferite dell'abbandono
per tutto il freddo
per tutta la paura
per tutto l'odio
per tutta la fame
per tutto il non amore...
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