Autore: Stephen King
Anno di pubblicazione: 1974
Primo editore: Doubleday
Mia edizione: XXXIV Tascabili Bompiani settembre 2010
ISBN:9788845246081
Genere: horror fiction
Valutazione: 4/5
Curiosità
Carrie è il primissimo romanzo scritto da King. Nasce come racconto da pubblicare sulla rivista maschile Cavalier, ma inizialmente King non era affatto contento del risultato, perciò lo accantonò. Fu sua moglie Tabitha a convincerlo a non mollare, e il Re decise allora di provare a svilupparlo ulteriormente fino a farlo diventare un romanzo, che poi le dedica:
A Tabby, che mi ha fatto entrare in questo incubo, e poi me ne ha fatto uscire
Da questo libro sono stati poi tratti ben quattro film: Carrie - Lo sguardo di Satana, con Sissy Spacek come protagonista (1976); Carrie 2 - La furia (1999); Carrie (2002) -; Lo sguardo di Satana - Carrie, con Julien Moore che interpreta Margareth White
Trama
Protagonista della vicenda è Carrie White, adolescente emarginata e presa di mira dai compagni di classe a causa del suo modo di vestire e di comportarsi, dovuti all'influenza della madre. Quest'ultima, infatti, ha seri problemi psichici che acuiscono il suo fanatismo religioso. Un giorno si rende conto di essere dotata del potere della telecinesi, che le consente di manipolare l'ambiente che la circonda, agendo su oggetti inanimati. E sarà proprio durante il ballo scolastico che la furia della giovane si scatenerà in tutta la sua potenza.
Recensione
ATTENZIONE: LA RECENSIONE POTREBBE CONTENERE SPOILER
Per quanto mi riguarda, Carrie è un ottimo romanzo per cominciare a conoscere King. Anzi, molti consigliano di leggere i suoi libri in ordine di pubblicazione, perché lo scrittore tende a nascondere riferimenti ad altre sue opere, e soprattutto al mondo parallelo da lui creato nel ciclo di romanzi "La torre nera". Nello specifico, secondo me questo libro può essere letto tranquillamente anche da un adolescente (io personalmente l'ho letto la prima volta quando frequentavo le scuole superiori, e la seconda recentemente).
In questa storia si notano alcune delle caratteristiche che King svilupperà poi nei suoi successivi libri: il rapporto tormentato con i genitori, il bullismo, il paranormale. I personaggi sono meravigliosamente costruiti e sviluppati, permettendo così al lettore di immedesimarsi e di immergersi completamente nel racconto: la madre, pazza e fanatica religiosa; le compagne di classe, esempio della buona gioventù che ha tutto, la cui vita rispetta i canoni di una società che non insegna ad accettare il diverso; Carrie, povera ragazza letteralmente vittima delle circostanze. Lo stile di King è duro, spietato, in grado di guidare il lettore in una spirale sempre più profonda di disperazione e, per certi versi, anche disgusto, senza via di scampo. Un libro molto breve, di 174 pagine, ma che si leggono tutte d'un fiato.
E' un libro horror, dove l'orrore è rappresentato non tanto da Carrie, quanto da ciò che la circonda. Volendo fare un paragone, la storia può essere immaginata come un'escursione in montagna. Si sale, fino ad arrivare alla cima tanto sospirata, per poi mettere il piede in fallo e si inizia a rotolare giù, sempre più forte, senza freni.
Carrie nasce e vive la sua breve vita circondata dalla crudeltà: della madre, che avrebbe dovuto proteggerla, e dei compagni di classe, che la evitano e anzi la prendono in giro, approfittando delle sue difficoltà. Ma nonostante questo, nella ragazza alberga ancora la speranza che le cose possano cambiare. Mentre sta per raggiungere la cima della sua personale montagna, rappresentata dal ballo scolastico, è consapevole che la sua stessa esistenza è appesa a un filo sottilissimo. Teme che l'invito di Tommy nasconda in realtà l'ennesimo scherzo di cattivo gusto. Teme che per l'ennesima volta la prenderanno in giro. Ma sa anche che non c'è possibilità di tornare indietro. Per certi versi, si prepara a tale eventualità, sviluppando sempre di più i suoi poteri, nonostante si renda conto dell'immenso sforzo fisico che questo comporta. E per un momento Carrie vive il suo sogno, raggiunge la vetta. Finalmente, al ballo viene vista non come l'emarginata, ma come una ragazza qualunque, carina e simpatica.
L'umiliazione subita a causa di Chris, a differenza di quello che potrebbe sembrare, non è in realtà la vera causa scatenante della sua furia. La goccia che fa traboccare il vaso sono le risate dei suoi compagni, mentre lei è sul palco, carne da macello offerta al loro scherno. Ed è a quel punto che Carrie prende consapevolezza della realtà. Non c'è possibilità di salvezza per lei: se anche fosse tornata dalla madre, certamente non avrebbe ottenuto conforto, anzi. Sola e abbandonata, perde definitivamente il controllo di sé stessa. La sua telecinesi si scatena, non solo contro i compagni, ma contro l'intera città, che viene letteralmente spazzata via.
Nonostante sia stato scritto nel 1974, questo libro affronta un tema quanto mai attuale. Si sentono troppo spesso notizie di bambini e adolescenti vittime della cattiveria altrui, che compiono gesti estremi credendo di non avere altra via d'uscita. Personalmente in Carrie ho visto questo: un avvertimento contro i rischi del bullismo e le sue conseguenze, e un invito a non limitarsi ad osservare solo l'aspetto esteriore delle cose. Non possiamo sapere cosa si nasconde dentro la persona che abbiamo di fronte. Per questo vale sempre la pena dare la possibilità a chi ci circonda di mostrarsi per ciò che realmente è: nel caso di Carrie, una ragazza dolce, buona, che desiderava solo avere l'opportunità di conoscere il mondo che la circondava, com'è diritto di tutti.
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