Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Anno di pubblicazione: 11 febbraio 2020
Mia edizione: 2020
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 94
Formato: Brossura
Valutazione: 3,5/5
Indice
Trama
Sarah e Daniele sono due scienziati che collaborano ad un progetto d'avanguardia: utilizzare le cellule staminali per creare un cuore umano all'interno di un maiale. Purtroppo qualcosa va storto, e i due si troveranno costretti a fronteggiare un dubbio etico senza precedenti, che metterà in discussione le loro stesse convinzioni...
Chi è Alfonso Panuccio?
Alfonso Panuccio è nato a Reggio Calabria nel 1952. Nel 1979 consegue la laurea in Medicina e Chirurgia a Messina. Dopo una breve esperienza presso il Laboratorio di Microbiologia dell'Ospedale S.Carlo Borromeo di Milano, inizia a lavorare al Laboratorio di Sanità Pubblica di Milano, di cui dirige la Sezione Immunologia e Virologia. Si è impegnato principalmente nel campo delle malattie infettive virali e batteriche, e con particolare attenzione alle malattie a trasmissione sessuale come infezioni da HIV e Sifilide. "Bello altrove" è il suo primo romanzo
Recensione
La prima cosa che salta agli occhi è l'ottima caratterizzazione e costruzione dei personaggi che popolano il racconto. Panuccio è veramente molto bravo nel definire ogni dettaglio, sia dei due protagonisti, che dei personaggi secondari. Nulla è lasciato al caso. Tant'è vero che, dopo aver terminato la lettura, si ha come la sensazione di conoscerli praticamente da sempre.
La stessa cura e attenzione si ritrovano anche negli aspetti più "tecnici" del romanzo. Si nota subito la profonda conoscenza degli argomenti da parte dell'autore. Ma la cosa più importante è la sua capacità di spiegarli in modo comprensibile anche a chi non è del settore.
E questa, lasciatemelo dire, è una qualità che non tutti possiedono. Mi è capitato spesso di trovarmi di fronte a romanzi che, a conti fatti, erano più dei trattati scientifici, che delle storie. In questo caso, scienza e narrazione si fondono perfettamente.
L'autore, infatti, riesce a fornire tutti i dettagli funzionali al racconto, senza risultare noiso o eccessivamente tecnico. Il suo stile di scrittura semplice e scorrevole, e il registro linguistico medio, rendono questo libro adatto a tutti. Personalmente, l'ho trovata una lettura piacevole e interessante, nonostante i piccoli difetti presenti.
Il tema centrale: l'unione tra etica e scienza
Il cuore del racconto è rappresentato dall'enorme dubbio etico che l'autore propone. Panuccio, grazie alla sua bravura, fa si che il lettore si immedisimi tantissimo in Sarah e Daniele, invitandolo implicitamente a mettersi nei loro panni.
Di conseguenza, è inevitabile chiedersi come avremmo reagito al loro posto. E se davvero tutto ciò che si fa in nome del progresso scientifico è sempre un bene. Come afferma Daniele:
Gli scienziati sono "curiosi" per natura, non esistono uomini che si interessano di scienze, che non siano mossi dal desiderio di sapere, che pongono davanti a tutto.
Ma sarà giusto? Fino a che punto il fine giustifica i mezzi? E quando, invece, è meglio dire basta?
Questo romanzo non pretende di dare una risposta a queste domande. Al contrario, il suo scopo è quello di indurre il lettore ad un'attenta riflessione.
Nel mio caso specifico, è riuscito pienamente nell'intento. Per giorni, dopo aver finito di leggere il libro, ho continuato a pensarci. Cosa avrei fatto io al posto di Sarah e Daniele? Sinceramente, non lo so proprio. Poter fare una cosa non significa necessariamente doverla fare... oppure no?
Non mi resta altro che invitare anche voi a leggere questo romanzo, lasciarvi trasportare dalla storia e provare voi stessi a dare una risposta.
Ringraziamenti
Mi sembra più che giusto concludere questa recensione ringraziando Alfonso Panuccio, per la sua fiducia nei miei confronti, e per la copia del libro. Grazie mille!
Comments