Editore: Editrice Nord
Anno di pubblicazione: 2004
Mia Edizione: I edizione 2005
Genere: horror
Pagine: 333
Formato: Cartonato con sovraccoperta
Valutazione: 4/5
Indice
Trama
Kaoru Futami è un ragazzino particolarmente brillante che, già a dieci anni, si interroga sulle origini dell'universo e scopre una strana relaziona tra i punti sulla Terra in cui esistono anomalie gravitazionali e quelli in cui sono segnalati siti di longevità, cioè dove è stato riscontrato che gli abitanti vivono più a lungo rispetto alla media. In particolare, è incuriosito da una zona nel deserto dell'Arizona, e convince il padre - Hideyuki, un ricercatore informatico che anni prima si era occupato di un programma di realtà virtuale, denominato Loop - a organizzare un viaggio laggiù con tutta la famiglia. Poco prima di partire, però, al padre viene diagnosticato un tumore maligno di cui non si conoscono le origini... Passano dieci anni e Hideyuki è ormai costretto in ospedale: le metastasi hanno colpito tutti gli organi vitali e il suo destino sembra segnato. Tuttavia, Hideyuki non è l'unica vittima di quella strana forma tumorale. Si riscontrano casi analoghi un po' ovunque nel mondo e i medici giungono alla conclusione che si tratta di un nuovo virus. Ma Kaoru, che adesso studia medicina all'università, non riesce a spiegarsi perchè i più esposti al contagio siano proprio i tecnici che hanno lavorato a Loop e decide di recarsi in Arizona, nel sito di longevità individuato quando era bambino. E' lì che vive il creatore di Loop, l'universo virtuale dove si è sviluppato un altro misterioso virus: Ring...
Chi è Koji Suzuki?
Koji Suzuki è nato ad Hamamatsu, nei pressi di Tokyo. Dopo la laurea in letteratura francese, ha fatto l'insegnante - gli piaceva molto raccontare storie di mostri e di fantasmi ai suoi alunni - e, in moto, ha attraversato gli Stati Uniti coast to coast. Nel 1990, con il romanzo "Rauken" (Paradiso) ha vinto il Japan Fantasy Novel Award, ma il vero successo per lui è arrivato con "Ring", scritto, come racconta lui stesso, tenendo in grembo una delle sue figlie. Attualmente vive a Tokyo, ma lui e la sua famiglia sono spesso in viaggio per il Giappone a bordo del loro camper.
Recensione
La storia
Loop è il terzo capitolo della fortunata saga di "Ring". Eppure, non potrebbe essere più diverso dai suoi predecessori, tant'è che all'inizio sembra quasi che non ci abbia nulla a che fare.
Questa sensazione deriva innanzitutto dall'introduzione di alcuni personaggi mai visti, tra cui il giovane Kaoru. Studente di medicina poco più che ventenne, decide di indagare sulle origini di un terribile virus che sta decimando la popolazione, e che ha colpito anche suo padre.
Le vicende di Kaoru diventano perciò il perno su cui si regge l'intera narrazione, il cui stile sembra più adatto ad un romanzo giallo che a un vero e proprio horror. Certo, come in "Ring" e in "Spiral" anche in qui è presente l'elemento soprannaturale, che però passa decisamente in secondo piano. Di conseguenza, se già con "Spiral" avevate abbandonato l'idea di non dormire di notte per la paura, con "Loop" non riuscirete nemmeno a fare un piccolo salto sulla sedia.
Questo, purtroppo, è in parte dovuto anche allo stile di scrittura adottato da Suzuki, che rende la lettura un po' ampollosa. L'autore tende infatti a dedicare paragrafi molto lunghi a digressioni tecnico-scientifiche, piuttosto che all'azione vera e propria. Per di più, si nota una notevole tendenza alla ripetizione degli stessi concetti, che crea una generale sensazione di pesantezza.
Dall'altro lato, però, è anche vero che l'attenzione con cui Suzuki affronta queste tematiche, oltre a dimostrare la sua notevole competenza in materia, contribuisce a rendere il romanzo molto credibile e verosimile. "Loop" è effettivamente innovativo per gli anni in cui è stato scritto. Anzi, oserei dire che è un precursore di alcune questioni oggi particolarmente calde, come l'ingegneria genetica e l'intelligenza artificiale.
A ciò si aggiunge anche l'innegabile abilità di Suzuki di solleticare costantemente la curiosità del lettore, sopratutto a partire dalla seconda metà del romanzo, quando la storia raggiunge effettivamente il suo climax. Per non parlare del finale, che da solo è in grado di riscattare l'intero romanzo e concludere adeguatamente il cerchio della storia di Sadako Yamamura e della sua cassetta.
I personaggi
Kaoru
Come vi accennavo, il protagonista indiscusso è Kaoru. Suzuki dedica in effetti molte energie alla costruzione del suo personaggio principale. Il risultato è un ragazzo capace di reggere perfettamente il confronto con Asakawa e Ando, i protagonisti rispettivamente di "Ring" e "Spiral", entrando di diritto nell'Olimpo dei grandi.
Dotato di una straordinaria intelligenza e di un notevole intuito, è attraverso il suo punto di vista che la storia si sviluppa. L'effetto è incredibile: per quanto non si tratta di una narrazione in prima persona, le sensazioni percepite durante la lettura sono praticamente identiche.
In più, nonostante non sia immune ai "difetti" segnalati prima, la sua profonda caratterizzazione più psicologica che fisica stimola la curiosità di noi lettori, guidandoci lungo un sentiero narrativo forse non facilissimo da seguire, ma sicuramente interessante.
Gli altri personaggi
Gli altri componenti del racconto scontano un po' il ruolo centrale assegnato a Kaoru. Prima di tutto, la loro caratterizzazione è decisamente meno approfondita di quella del giovane. Il che è compatibile con la tecnica narrativa di Suzuki.
Inoltre, pur essendo merito loro se Kaoru decide di mettersi sulle tracce del virus, il modo in cui intervengono e interagiscono nella storia appare in certi momenti un po' approssimativo. Nulla di diverso rispetto a quanto già visto con "Spiral": anche qui alcune scene sembrano infatti decisamente forzate e poco armoniose rispetto al filone principale. Eppure, non possono negare di essere rimasta un po' delusa.
Stile di scrittura
Per quanto riguarda lo stile di scrittura, il primo aspetto che si può notare è l'ossessione di Suzuki per i dettagli. Che si tratti di una spiegazione scientifica o della descrizione di un personaggio, l'autore ci investe di un'elevatissima quantità di informazioni fin dalle prime pagine.
Questa scelta da un lato rende la storia decisamente realistica; dall'altro, però, ne rallenta il ritmo, anche a causa della tendenza alla ripetizione di cui vi parlavo prima.
Per fortuna, non tutto è perduto: la sensazione di pesantezza è in parte mitigata dal ricorso a un registro linguistico adatto più o meno a chiunque e a periodi molto brevi. Inoltre "Loop", nonostante il distacco dai suoi predecessori, si presenta come un romanzo al tempo stesso nuovo e comunque rispettoso delle origini, in cui scienza e fantasia, realtà e finzione creano un tutt'uno imprescindibile.
In altre parole, una degna conclusione di una trilogia che ha incantato milioni di lettori in tutto il mondo, e da cui sono stati tratti numerosi film.
In fondo, perchè le molecole di idrogeno si trasformano in acqua, quando vengono associate? […] A questa domanda possiamo soltanto rispondere: perchè questa proprietà è stata decisa, come regola. E chi ha fissato la regola?
Fonti
Trama: dalla quarta di copertina
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