Editore: Editrice Nord
Anno di pubblicazione: 1991
Mia edizione: II edizione novembre 2003
Formato: Copertina rigida con sovraccoperta
Pagine: 320
Genere: horror
Valutazione: 5/5
Indice
Trama (dal libro)
Quattro ragazzi muoiono nello stesso giorno, improvvisamente, stroncati da un infarto. Un avvenimento forse non particolarmente strano in una grande città come Tokyo. Ma lo zio di una delle vittime è Asakawa, un giornalista che, di cose strane, in quelle morti, ne vede parecchie. Anzitutto i quattro ragazzi si conoscevano, anzi avevano addirittura trascorso insieme un breve periodo di vacanza. Inoltre sono tutti morti con un'espressione di terrore stampata per sempre sul viso. Asakawa comincia a indagare e scopre quasi per caso che, una settimana prima di morire, i quattro avevano guardato un'inquietante videocassetta su cui è incisa una serie d'immagini misteriose...
Chi è Koji Suzuki? (dal libro)
Koji Suzuki è nato ad Hamamatsu, nei pressi di Tokyo. Dopo la laurea in letteratura francese, ha fatto l'insegnante - gli piaceva molto raccontare storie di mostri e di fantasmi ai suoi alunni - e, in moto, ha attraversato gli Stati Uniti coast to coast. Nel 1990, con il romanzo "Rauken" (Paradiso) ha vinto il Japan Fantasy Novel Award, ma il vero successo per lui è arrivato con "Ring", scritto, come racconta lui stesso, tenendo in grembo una delle sue figlie. Attualmente vive a Tokyo, ma lui e la sua famiglia sono spesso in viaggio per il Giappone a bordo del loro camper.
Introduzione
Mi ci è voluto un bel po' per decidermi a leggere questo libro. Il motivo è il film che ne è stato tratto, la mia nemesi. Sto parlando di "The Ring", horror del 2003 con Naomi Watts nel ruolo della protagonista. L'ho visto la prima volta quando avevo 12 anni, anche se era vietato ai minori di 14 anni.
Be', credetemi se vi dico che, grazie a quel film, ancora adesso ho paura che qualcuno mi segua sulle scale di casa mia quando fa buio. "The Ring" mi ha terrorizzata tantissimo. E si che di horror spaventosi ne ho guardati parecchi.
Ecco perchè, quando ho trovato il libro in biblioteca, ero molto titubante all'idea di leggerlo. Ma sapete che vi dico? Non solo non ho avuto incubi, ma mi è pure piaciuto da matti.
Recensione
La storia
Cominciamo con l'analisi del racconto. Si tratta di una ghost story tutta giapponese. Il folklore di quella terra così fantastica si combina con la componente thriller, rappresentata dall'indagine condotta dal protagonista. Dando così vita ad un racconto assolutamente originale.
Per quanto cerchino di imbottirsi di conoscenze scientifiche, alla fine gli esseri umani credono nell'esistenza di qualcosa che le leggi della scienza non riescono a spiegare.
Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1991, quindi è "vecchiotto". Eppure, è ancora capace di farsi valere. Nonostante già sapessi, più o meno, come sarebbe andata a finire, vi assicuro che è stato in grado di sorprendermi.
Per carità, ci sono dei punti deboli. Secondo me, alcune delle spiegazioni fornite per giustificare le azioni del protagonista, e la maledizione dietro alla cassetta, sono un po' forzate. Così come alcuni dialoghi tra i personaggi. In più, in alcuni momenti, ho fatto fatica a cogliere il collegamento tra un paragrafo e l'altro, o una scena e l'altra. Ma non perchè il romanzo sia troppo complesso. Semplicemente, è meno immediato di altri.
Nonostante queste piccole difficoltà, "Ring" resta comunque un libro molto valido. La lettura scorre lineare, e crea fin da subito quell'atmosfera cupa che si manterrà costante per tutta la narrazione. Ed è proprio questa la sua principale caratteristica.
"Ring" sa far paura. Ma non si tratta del semplice spavento da "salto sulla sedia". L'autore non ha bisogno di stupire con scene particolarmente cruente o al cardiopalma.
Leggendo il romanzo, il lettore sperimenta un terrore più profondo: l'impressione di avere una spada di Damocle sulla testa, pronta a calare entro breve.
Vorrei rassicurarvi, però: i momenti topici ci sono, e il plot twist finale giustifica da solo la lettura del libro. Solo, non rappresentano la colonna portante del racconto.
I personaggi
Il personaggio principale è Asakawa, giornalista giapponese la cui nipote è stata trovata morta in circostante misteriose. Koji Suzuki si concentra praticamente solo su di lui. Tant'è che le varie vicende sono raccontate quasi esclusivamente attraverso il suo punto di vista.
Proprio per questo, Asakawa è anche il personaggio meglio caratterizzato. E' proprio grazie all'analisi dei suoi pensieri che lo scrittore diffonde quel senso di ansia e inquietudine di cui vi ho parlato prima.
Ovviamente, il giornalista non è l'unica persona presente nel libro. Anche i personaggi secondari fanno la loro parte. Alcuni di loro, come l'amico intimo di Asakawa, sono costruiti e caratterizzati benissimo. Anche se in modo meno approfondito rispetto al protagonista.
Stile di scrittura
Questo è forse l'aspetto che mi ha colpito di più, per vari motivi.
Prima di tutto, l'autore ha adottato un linguaggio un po' più ricercato rispetto quello cui sono abituata. Il che è comprensibile, considerati gli anni in cui il libro è stato scritto.
Nonostante questo, Suzuki non si perde in inutili giri di parole. Va dritto al cuore della questione. E lo dimostra, in special modo, quando descrive gli ambienti: il suo stile è conciso, privo di fronzoli, a tratti rude. Assolutamente coerente con la natura del racconto.
Altra cosa che ho molto apprezzato è l'assenza volgarità. Sono tanti gli autori di romanzi horror che ricorrono a questo espediente per solleticare l'attenzione del lettore, o per generare determinate sensazioni.
Con "Ring", al contrario, non succede. L'autore riesce a spaventare mantenendo un linguaggio assolutamente rispettoso. Lentamente, ma inesorabilmente, questa storia si insinua nella mente del lettore, impedendogli di smettere di leggere senza aver prima scoperto come va a finire.
Conclusioni
Questo libro è la lettura ideale per chi ama gli horror tranquilli, senza eccessivi scossoni. Ma capaci di far stare sulle spine fino alla conclusione. E' sicuramente un libro per adulti, non è certo adatto ai più giovani.
Se ancora non avete visto il film, vi suggerisco di aspettare ancora un po' e di leggere prima il romanzo. Tra libro e film ci sono degli elementi in comune. Perciò, meglio non rischiare spoiler, e godersi la lettura. Anche perchè l'attesa sarà breve. La storia scorre talmente bene, che impiegherete pochissimo tempo per finirla.
Se invece avete già visto "The Ring", non preoccupatevi: per quanto l'idea di fondo sia sempre la stessa, il romanzo è assolutamente capace di tenere testa al film e di regalarvi notevoli emozioni.
Fonti
Copertina libro: https://laslecturasdemrdavidmore.blogspot.com/2014/10/100-libros-de-terror-con-los-que-vas.html
Foto dell'autore: https://grupolipo.blogspot.com/2010/01/la-destruccion-de-la-cultura-por-laura.html
Locandina film: https://en.wikipedia.org/wiki/The_Ring_(2002_film)
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