Buongiorno, amici lettori!
Inizia oggi una serie di articoli che si rivolgono a voi, giovani adulti nati tra gli anni '90 e i primi del 2000, che avete raggiunto la soglia dei trent'anni e che avete vissuto il periodo a cavallo tra l'analogico e la diffusione del digitale.
E' a voi (e un po' anche a me) che dedico questa carrellata di collane di libri per ragazzi e bambini che tanto spopolavano quando eravamo piccoli, e che sono certa abbiano contribuito a rendervi (o meglio a renderci) i lettori che siamo oggi.
Siete pronti per questo tuffo nel mare dei ricordi? Bene, allora cominciamo!
Piccoli Brividi
Come non parlare di loro, la più longeva e famosa collana di libri horror a misura di bambino?
Nata dall'idea di Robert Lawrence Stine, che era solito firmare i volumi con le sole sigle del suo nome, questa serie è stata definita dal Guinness dei Primati come la più venduta della storia. E come negarlo: con ben 400 milioni di copie vendute e la traduzione in 32 lingue, i "Piccoli Brividi" hanno insegnato ad un'intera generazione di giovani lettori ad apprezzare il genere horror (me compresa).
Ogni libro di questa collana è un piccolo tesoro, caratterizzato però da una struttura comune. Per esempio, i protagonisti hanno tutti un'età compresa tra gli 11 e i 13 anni (con qualche eccezione se si tratta di sorelle o fratelli minori), costretti ogni volta ad affrontare pericoli più o meno grandi: possessioni, combattimenti con alcune icone del genere horror, viaggi in altre dimensioni, paradossi temporali, e chi più ne ha più ne metta.
Per non parlare dei finali: Stine è letteralmente un maestro dei plot twist, capaci di sconvolgere forse di più delle storie stesse. Anche se, in tutta sincerità, a me lasciavano ogni tanto l'amaro in bocca. Non mi sono mai piaciuti i finali sospesi, sopratutto se poi non c'è un seguito, cosa che capita spesso con questi libri. E' anche vero però che nella collana sono presenti delle mini-serie a sè stanti, come quella de "Il pupazzo parlante" o "Il barattolo mostruoso", che mitigano un po' questo senso di incompletezza.
Nonostante l'impronta horror data a questi racconti, la verità è che i toni non sono particolarmente cupi o disturbanti. Il che è normale, considerata l'età media del pubblico di riferimento. Eppure, molti di loro sono rimasti impressi nel mio cuore di bambina. Anzi, alcuni dei momenti più importanti della mia vita mi vedono con un volume dei "Piccoli Brividi" in mano.
Ricordo per esempio il primo libro della serie che ho letto, cioè "Il bosco dei mostri blu", dall'inconfondibile copertina arancione. Nonchè un mio compleanno, forse il nono o il decimo, durante il quale, svegliandomi la mattina, trovai il tavolo di cucina letteralmente sommerso di questi libriccini, regalatemi da mio papà.
Per non parlare poi dei cortometraggi in videocassetta, che uscivano periodicamente in edicola. In un epoca in cui l'uso di internet non era così diffuso e in cui non c'era ancora stata l'esplosione delle piattaforme streaming, quelle vhs erano una vera gioia per i piccoli fan.
Tornando a noi, altra caratteristica dei volumi era l'impostazione grafica. In formato tascabile, con una media di circa 160 pagine, erano facilmente riconoscibili per il bordo delle pagine color verde fluo, la scritta "Piccoli brividi" glitterata in diversi colori e in rilievo, e le copertine curate da Tim Jacobus. Quest'ultime sono, a mio modesto parere, delle vere e proprie opere d'arte, capaci di riassumere con una sola immagine l'intero tema del libro.
Le stesse copertine sono state poi riprese dalla casa editrice Mondadori in occasione del restyling della collana, ripubblicata tra il 2022 e il 2023. I libri sono ora leggermente più grandi della loro versione degli anni '90, il titolo della collana è scritto con uno standardizzato color oro su sfondo nero gocciolante ed è stata tolta la cornice in tinta unita che conteneva le illustrazioni di Jacobus, qui estese su tutta la superficie del volume.
Super brividi
Accanto a Piccoli Brividi troviamo i Super Brividi, destinati ad un pubblico più maturo rispetto a quello della collana precedente.
La struttura delle due serie è più o meno sempre la stessa: ragazzi giovani vivono esperienze fuori dal comune, ovviamente in chiave horror; il formato del libro è sempre a misura di bambino; il colore delle copertine (disegnate questa volta da Daniele Orizio) variava di numero in numero; il bordo delle pagine è sempre verde fluo, esattamente come i Piccoli Brividi.
Tuttavia, nel corso degli anni vi sono stati alcuni cambiamenti grafici. A partire dal n. 57 (""Scuola di morte") fino al n. 64 ("All'ultimo sangue"), il nome della collana si è rimpicciolito e il titolo, prima collocato sul bordo inferiore del volume, ora è spostato in alto. Diventa poi possibile collegarsi al sito della Mondadori per scaricare delle suonerie per il cellulare (chiamate horror-ring).
Dal n. 65 ("La scuola stregata") la copertina cambia di nuovo. L'illustrazione si estende quasi a tutto campo, lasciando pochissimo bordo; il font usato per il nome dell'autore e del titolo diventa lo stesso (mentre prima erano diversi); il titolo stesso è stato collocato di nuovo in basso, ma verso sinistra, ed è privo dell'iconico teschio.
Diversamente dai "Piccoli Brividi", poi, qui i toni sono decisamente più cupi (o almeno così li ricordo quando li leggevo io). Non vi nascondo che alcuni di questi mini-romanzi a suo tempo mi avevano parecchio sconvolto. Per dire, ancora adesso quando passo di fronte alla cava costruita vicino a casa mia, non posso fare a meno di pensare a "La baby-sitter 1". E ogni tanto mi torna ancora in mente la storia di Darren Shan raccontata in "Il circo degli orrori", da cui è stato tratto il film "Aiuto vampiro" nel 2009.
Altra differenza riguarda gli autori. Se i "Piccoli Brividi" sono tutti opera di Stine (anche se alcune sue storie sono state inserite poi in questa collana), i "Super Brividi" annoverano tra le loro fila un nutrito gruppo di scrittori, tra cui Johnny Rosso (pseudonimo di Carlo Martigli), Celia Rees, Scott Hughes, Robert Swindells, Gianfranco Nerozzi e Christopher Pike.
I Brividosi
A metà strada tra i "Piccoli Brividi" e i "Super Brividi" fecero la loro comparsa anche "I Brividosi": una serie di libri per bambini scritta dal fantomatico P. P. Strello, editi da Piemme e inseriti nella collana de "Il battello a vapore"
La serie si compone di dodici volumi in brossura, caratterizzati da una grafica accattivante pensata
apposta per attirare un pubblico di lettori dai 7 ai 9 anni. Sulla copertina è sempre presente il disegno di una lapide che riporta in alto il titolo della serie (in rilievo), un'immagine indicativa del tema centrale del racconto e infine il titolo dello stesso.
Il libro è scritto con un font sufficientemente grande e facilmente leggibile per i bambini alle prime esperienze di lettura, e arricchita da numerose illustrazioni che, nonostante sono molto simili nello stile quasi cartoonesco, sono in realtà affidate di volta in volta ad autori diversi.
Le storie, per quanto horror, non sono particolarmente spaventose, e sono perlopiù ambientate in contesti e realtà molto vicini ai bambini, sia di ieri che di oggi. Per quanto riguarda l'autore, capire chi sia è praticamente impossibile.
Come vi avevo accennato, tutti i libri sono firmati P. P. Strello, rappresentato come un vero e proprio chirottero che si diverte a raccontare storie dell'orrore ai più piccoli. Sono circa vent'anni che mi chiedo chi sia veramente l'autore di questi libri, ma nonostante tutte le mie ricerche finora non ho mai trovato nulla. L'idea che mi sono fatta, ma non ne ho la certezza, è che i libri siano stati scritti direttamente da una casa editrice straniera e tradotti dalla Piemme, come è già successo ad esempio per i romanzi di Nicolas Barreau.
Comunque sia andata, l'ho sempre trovata un'idea originale e carina, perfettamente in linea con lo scopo di questi libri, che amo anche per questo motivo.
Conclusioni
Ebbene amici, l'articolo finisce qui. Tuttavia, la passeggiata sul viale della nostalgia è appena cominciata, e spero tanto vogliate continuare a camminare con me leggendo il prossimo articolo, in cui vi parlerò di... beh, a voi il piacere di scoprirlo!
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