Editore: TEA Edizioni
Anno di pubblicazione: 1999
Mia Edizione: I edizione 1999, II ristampa 2002
Genere: fantasy, umoristico, parodia
Valutazione: 4,5/5
Indice
Trama
Lentamente ma inesorabilmente il Mondo Disco si sta avvicinando a un'antipatica stella rossa: la collisione sembra ormai inevitabile. Di fronte a tale sventura uno solo può essere il salvatore: Scuotivento, ovviamente. Peccato che, l'ultima volta che l'hanno visto, il campione universale dell'incapacità magica stesse precipitando oltre l'orlo del Mondo Disco...
Chi è Terry Pratchett?
Sir Terry Pratchett, nominato OBE (Ufficiale dell'Impero Britannico) per meriti letterari nel 1998 è stato uno degli autori più celebri ed amati in patria. Inventore della saga di Mondo Disco, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui la Carnagie Medal, l'investitura a Cavaliere per i servizi alla causa della letteratura e quattro lauree honoris causa. E' stato votato come il più grande scrittore del Regno Unito dopo J. K. Rowling (autrice della saga di Harry Potter, n.d.a.), ha venduto più di 70 milioni di copie, e i suoi libri sono i più rubati in assoluto nelle biblioteche della Gran Bretagna. E' morto nel marzo del 2015.
Recensione
Introduzione
"La luce fantastica" inizia esattamente dalla fine de "Il colore della magia". Perciò, il mio consiglio spassionato è quello di recuperare il romanzo precedente. Anche perchè l'influenza che esercita su "La luce fantastica" è particolarmente evidente.
Caratterizzazione dei personaggi
Lo si nota per prima cosa rispetto ai due protagonisti, Scuotivento il mago e Duefiori il turista.
Pratchett non perde molto tempo nella caratterizzazione dei personaggi.
L'autore si limita, infatti, a delinearne i tratti fondamentali. Di conseguenza, non aspettatevi una profonda introspezione psicologica, tipica di alcuni classici del genere fantasy. Nei libri di Pratchett, non ci sono zone grigie; o si è buoni, o si è cattivi. O più semplicemente, degli ingenui.
Personalmente, da amante dei dettagli quale sono, preferisco sempre una maggiore attenzione in questo senso. Ma, considerato il contesto, non tutto il male vien per nuocere.
L'autore, infatti, vuole principalmente divertire il suo pubblico. E ovviamente, ciò comporta una serie di scelte.
In particolare, la mancanza di dettagli rende la lettura decisamente molto scorrevole. Cosa fondamentale per un romanzo umoristico, secondo me.
Per di più, questo stile narrativo consente ugualmente a noi lettori di inquadrare i personaggi. Con pochi, semplici tratti, Pratchett ci racconta tutto ciò che è indispensabile sapere a fini della storia, senza tuttavia appesantirla.
Infatti, le scene esilaranti si susseguono le une alle altre, in un turbinio di eventi che non lascia letteralmente il tempo di riprendere fiato. In pratica, si inizia a ridere dalla prima frase, e non si smette finché non si raggiunge la fine.
I protagonisti
Complici in tutto questo, ovviamente, sono anche Scuotivento e Duefiori: le due persone meno adatte ad essere protagoniste di un romanzo.
Il primo è un mago fallito e sfortunato. Convive da anni con un incantesimo che gli si è insediato nel cervello, del quale non conosce esattamente gli effetti... Fondamentalmente perchè nessuno ha mai avuto il coraggio di pronunciarlo prima.
Come vi dicevo, quindi, Scuotivento è tutto fuori che il classico eroe dei poemi epici. Non è possente, non è atletico, non ha spade e non sa fare magie. E' una persona alla quale le cose "capitano", di solito indipendentemente dalla sua volontà. E che è costretto suo malgrado ad affrontarle.
Scuotivento era il peggior mago del Disco: nessun altro incantesimo voleva rimanergli in mente una volta che l'Incantesimo vi si era insediato, pressappoco come il pesce non resta a ciondolare in uno stagno di lucci.
Duefiori, poi, è una di quelle persone che osservano il mondo attraverso un paio di "occhiali rosa". Un inguaribile ottimista, sempre pronto all'avventura, e assolutamente incosciente.
Andando contro l'esperienza dell'umanità intera, Duefiori era convinto che bastava che le persone si parlassero, bevessero qualcosa insieme, si scambiassero le foto dei nipotini, ci aggiungessero forse uno spettacolo o altro, e che allora tutto si sarebbe aggiustato.
Ma è anche un amico fedele, l'unico capace di risollevare l'animo del depresso Scuotivento. Nonché il solo in grado di dimostrargli che, per quanto le cose vadano male, c'è comunque di che essere felici... perchè potevano andare peggio.
L'ambientazione
Anche il contesto ambientale resta pressoché lo stesso. Ci troviamo nel bel mezzo del Mondo Disco, che poggia sulla schiena di quattro elefanti, in equilibrio sul guscio della grande A'Tuin, la tartaruga celeste.
Così come per i personaggi, Pratchett fornisce ai lettori solo le informazioni strettamente necessarie per collocare la storia. La quale segue lo schema classico adottato dall'autore: una vicenda di base, sullo sfondo della quale si muovono i vari soggetti, intrisa di un'ironia pungente ed esilarante.
Il Disco è dotato di regole proprie, che trascendono l'umana comprensione. Dalla luce solare che si distribuisce letteralmente a macchia di leopardo, a eroi ottuagenari che si innamorano di giovani sacrifici umani, questo luogo è la patria delle assurdità.
In sostanza, in questo mondo le cose sono come sono semplicemente perchè nessuno ha mai detto nulla in contrario. Le regole morali, che da sempre guidano noi esseri umani, sono totalmente stravolte... o, più semplicemente, ignorate.
Il risultato è un universo a sè stante, talmente incredibile da risultare decisamente verosimile. Un mondo che Pratchett svela pian piano, romanzo dopo romanzo, davanti agli occhi incantati dei lettori disposti ad seguirlo.
Stile di scrittura
Altro elemento interessante è lo stile di scrittura dell'autore. Da narratore onnisciente qual è, sa sempre cosa sta succedendo, in ogni momento. E questo gli permette di dare un'impronta molto particolare ai suoi romanzi.
Pratchett, infatti, alterna la descrizione di campi lunghi (con cui abbraccia l'intero Universo e il Mondo Disco), a primi piani, che si concentrano su questo o quel personaggio. E il tutto senza mai perdere di vista il filo principale del racconto.
In alcuni passaggi, più che leggere un libro, sembra quasi di vedere un film. Pratchett si trasforma quindi in un vero e proprio regista cinematografico, mettendo in mostra tutta la sua competenza e la sua bravura.
Eppure, un aspetto negativo c'è. E cioè, la sua tendenza a saltare letteralmente di palo in frasca.
La sensazione è quella di percorrere una strada dritta a grande velocità. E di trovarsi improvvisamente davanti a una curva a gomito, non segnalata, che coglie completamente alla sprovvista.
Non è sempre facile seguire questi cambi repentini. E questo anche a causa dell'impaginazione del libro, privo di capitoli e a malapena suddiviso in paragrafi.
Ma non spaventatevi. Si tratta di un problema assolutamente superabile, che non impedisce di godersi un ottimo romanzo.
Ironia & parodia
L'ironia di Pratchett costituisce, infine, la ciliegina sulla torta. Nonché il suo marchio di fabbrica.
L'autore prende in giro tutti i canoni classici della letteratura fantasy, li shakera e dà alla luce qualcosa di assolutamente innovativo.
La comicità dell'autore non è un tentativo forzato di far ridere; bensì il mezzo attraverso cui mostrare a tutti noi come spesso e volentieri ci prendiamo troppo sul serio .
Negando coscientemente l'epicità e la lirica di tipica di questo genere lettario, Pratchett trasmette ai suoi lettori un messaggio importante: e cioè che non è necessario essere "eroi" per fare qualcosa di grande.
Non a caso suoi personaggi più importanti sono individui qualunque; persone alle quali, come diceva John Lennon, "la vita accade mentre stanno facendo altri progetti". E in questi casi, l'unica cosa da fare è agire, senza pensarci troppo. E senza rinunciare a un po' di sana, irreverente ironia.
Fonti
Citazione di Lennon: canzone "Beautiful Boy" di John Lennon
Foto dell'autore: https://www.vulture.com/2015/03/terry-pratchett-kieron-gillen.html
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